M5s: caos sui rendiconti dei parlamentari, slitta il “Restitution Day”
Prosegue la “guerra degli scontrini” tra i grillini eletti in Parlamento. Dopo le polemiche che accompagnarono la loro elezione, è arrivato un nuovo capitolo sulla rendicontazione delle spese dei parlamentari. Gli eletti del Movimento Cinque Stelle devono restituire parte di stipendio e diaria non spesa, il denaro versato dovrebbe andare in fondo per le Pmi in difficoltà. Finora i 5 Stelle hanno donato circa 10 milioni di euro.
Qualcosa però sembra essersi inceppato, stando almeno ai dati consultabili sul sito dei parlamentari del M5S. Su 144 eletti, 52 in ritardo con la rendicontazione. In 47 non rendicontano stipendi e diarie da aprile. Tra i 4 che non rendicontano da gennaio ci sono i dissidenti Massimo Artini e Paola Pinna.
Paola Pinna spiega all’Adnkronos: “Nessun ritardo. Io rendiconto eccome, ma lo faccio sul mio blog perché di un sistema che cambiava in corsa e di continuo sono un po’ stufa. Della trasparenza tengo conto, ma sulla mia pagina personale”. Effettivamente sul blog della deputata Pinna sono reperibili tutti i dati delle spese sostenute e il totale restituito.
Sono invece puntuali sulle rendicontazioni, sul sito dei parlamentari del M5S, i fedelissimi del Movimento: Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Paola Taverna, Roberta Lombardi e Vito Crimi.
Tra i ritardari, circa 20 starebbero rallentando i versamenti in segno di protesta: “C’è bisogno di regole più chiare – afferma uno dei deputati ‘ribelli’, che aggiunge – a Milano devono capire che qui le cose non vanno”. Confida infatti un altro deputato: “a Bruxelles rendono appena mille euro al mese, perché noi dobbiamo continuare a incaponirci dietro scontrini, bollette e fatture?”. I malumori sono tangibili, e qualcuno assicura che al Circo Massimo un drappello di eletti ne parlerà con Grillo e Casaleggio chiedendo regole più chiare e uguali per tutti.
L’ufficio stampa assicura invece di aver spostato il “Restitution Day” per non farlo oscurare dall’evento del Circo Massimo: “sono in ritardo perché il sistema di rendicontazione non è chiaro per chi deve inserire i dati – assicura il deputato Domenico Di Girolamo – ci sono problemi tecnici che vanno risolti”. Per ora i ritardi restano sotto traccia. “Sono ormai lontani i tempi in cui chi non rendicontava finiva sotto accusa in assemblea – fa notare un deputato rispolverando la storia dell’ex grillino Ivan Catalano, poi passato al gruppo Misto – segno che chi prima puntava il dito oggi sa bene che le cose così non vanno. Io intanto continuo a non rendicontare e vediamo che succede…”.
Ilaria Porrone