Non si placano le polemiche su Sabina Guzzanti, in seguito al controverso tweet da lei pubblicato nella mattinata di ieri in riferimento alla mancata autorizzazione – da parte della Corte d’Assise di Palermo – per Totò Riina e Leoluca Bagarella ad assistere (in videoconferenza) all’audizione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 28 ottobre dovrà testimoniare per il processo sulla presunta trattativa Stato-mafia.
Il tweet incriminato è il seguente: “Solidarietà a Riina e Bagarella privati di un loro diritto. I traditori nelle istituzioni ci fanno più schifo dei mafiosi”. Parole forti, che hanno immediatamente suscitato reazioni nel mondo politico. Quella della trattativa stato-mafia, d’altronde, è una delle fratture sulle quali lo scontro assume generalmente toni più aspri, ormai da anni. Infatti, mentre il Pd ha sempre difeso strenuamente la posizione del presidente Napolitano, il Movimento Cinque Stelle si è più volte contraddistinto per le pesanti accuse nei confronti del Capo dello Stato.
Uno dei primi a rispondere all’attrice comica è stato il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini, che sempre su twitter scrive: “La Guzzanti che esprime solidarietà a Riina dimostra che la crisi di una certa cultura “di sinistra” è ormai irreversibile”. Sempre dal Pd, arrivano le reazioni delle deputate Giuditta Pini (“ma la guzzanti che esprime solidarietà a riina e bagarella pensa di essere molto diversa da chi definiva mangano un eroe?”, riferimento evidente all’infelice affermazione di Berlusconi qualche anno fa) e Marietta Tidei (“Guzzanti vuole legittimare due personaggi che hanno seminato morte e terrore nel nostro Paese e questo atteggiamento non può essere contemplato nell’esercizio della libertà di espressione”).
Critiche arrivano anche da Marco Follini, attento osservatore anche se ormai non più impegnato in politica attiva, che parla della solidarietà della Guzzanti come un “manifesto ideologico della teoria del doppio Stato”, nonché da destra, con gli affondi di due tra le esponenti più in vista di Forza Italia, che guardano alle affermazioni della Guzzanti come un tentativo di marketing in favore del suo film “La Trattativa”, nelle sale di tutta Italia proprio in questi giorni. La prima è Daniela Santanché, secondo la quale “per convincere qualcuno ad andare a vedere La trattativa ci si inventa di tutto, si arriva persino a legittimare due boss. La paladina della libertà di espressione stavolta l’ha fatta grossa”. L’altra è l’europarlamentare Lara Comi, che in una nota scrive “La Guzzanti non sa più cosa inventarsi per promuovere il suo film. Invitare alla solidarietà nei confronti di Riina e Bagarella è un gesto offensivo e ripugnante. Speriamo che questa volta cali definitivamente il sipario sulla sua fallimentare carriera fatta di provocazioni e farneticazioni”.
Poche voci si sono levate in difesa di Sabina Guzzanti. Tra queste, l’esuberante deputato Carlo Sibilia – già protagonista, in passato, di vicende controverse – che in un tweet pubblicato nel pomeriggio di ieri scrive: “Perchè secondo voi impediscono agli scagnozzi #Riina e #Bagarella di “vedere” il boss?”. Il boss, chiaramente, sarebbe Napolitano. Le parole di Sibilia hanno, a loro volta, provocato altre reazioni, in primis quella di Andrea Orlando, ministro della giustizia. Afferma Orlando, il quale parla di “parole assurde e intollerabilmente lesive del prestigio delle istituzioni costituzionali e del Presidente della Repubblica verso il quale tutti, soprattutto chi ricopre funzioni pubbliche, dovrebbero riservare rispetto e la più alta considerazione”.
Inizia, inoltre, proprio oggi “Italia a cinque stelle”, la tre giorni di festa organizzata dai grillini a Roma, presso il Circo Massimo, dove si alterneranno attivisti, eletti e big (tra cui lo stesso Beppe Grillo) per parlare di ciò che il M5S ha fatto finora e dei progetti futuri. E non è escluso che vi siano ulteriori prese di posizioni decise sulla delicata questione della trattativa.