Jobs Act, il delegato Fiom e la scena splatter: “Renzi vuole il nostro sangue”
Duri attacchi al premier arrivano da Brescia dove si è tenuta oggi l’assemblea Fiom a cui ha presenziato anche il leader dei metalmeccanici Maurizio Landini. “Togliendo l’art. 18 questo governo vuole il nostro sangue, vuole aumentare la paura nelle fabbriche e questo vuol dire aumentare il rischio di farsi male” ha dichiarato il delegato della Tenaris-Dalmine, Eusebio Paganella, spiegando che “se ha paura un lavoratore rischia di farsi male, perchè non riuscirà mai a lavorare tranquillamente, e noi l’acciaio lo conosciamo bene, se è rosso ti brucia, se è grigio di squarcia o ti taglia”. Paganella ha aggiunto che “da vent’anni lavoro in una fabbrica dove c’è l’art. 18 e non ho mai versato una goccia di sangue, ho lavorato sempre in sicurezza, ma la settimana scorsa in Valcamonica c’è stato un infortunio mortale, che ha stretto il cuore a tutti noi”. “Non ci fermeremo – ha aggiunto – ci stanno facendo fare il percorso inverso rispetto agli ultimi vent’anni, ma dopo tanti anni in fabbrica non ci possono piegare. In noi c’è l’acciaio – conclude – che non si piega”.
E neanche Maurizio Landini è stato tenero con Matteo Renzi. “Lui non è il leader maximo di questo Paese a cui non abbiamo alternative” afferma il leader della Fiom. “Bisogna far capire – prosegue il sindacalista – che lui ha la fiducia finta in questo Paese, ma non quella vera, lui ha preso il 40% ma non ha la maggioranza che non è andata a votare o ha votato per i partiti dell’opposizione”.