Nozze gay, Alfano: “Insultato per aver fatto rispettare legge”

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Sulle nozze tra omosessuali “non abbiamo leso l’autonomia dei sindaci, perché i sindaci quando esercitano le attribuzioni dello Stato civile, lo fanno come ufficiali di governo, sono sottoposti al potere e al dovere dello Stato di intervenire per correggere. Non c’era nulla di ideologico in tutto questo. Sono stato aggredito e insultato per aver fatto rispettare la legge”. Lo ha detto il ministro dell’Interno e leader dell’Ncd, Angelino Alfano, concludendo a Ceglie Messapica, nel brindisino, la festa nazionale del partito.

“Cosa c’era di straordinario – ha detto – nel ribadire il valore e il vigore di una legge. Ci sono stati alcuni sindaci, e in Italia i sindaci sono più di 8.000, che hanno registrato le nozze di persone dello stesso sesso contratte all’estero”. “I primi tempi – ha ricordato – ho dato segnali, ho risposto a un’interrogazione parlamentare, ho detto: ‘ha ragione il prefetto di Bologna ad andare in quella direzione’.

Alcuni sindaci hanno continuato ad andare in quella direzione, ho lasciato che una circolare ai prefetti chiarisse tutto dicendo che non bisogna annotare nei registri dello Stato civile italiano i matrimoni delle persone dello stesso sesso contratti all’estero”. “E che qualora venissero registrati, occorre annullare la registrazione perché la legge italiana – ha concluso – non lo prevede, non si può permettere che chi si sposa all’estero poi se lo faccia trascrivere in Italia, semplicemente facendo rispettare la legge”.