La Pew Research, uno dei Think Thank americani di ricerca sociale non partisan più prestigiosi, svolge periodicamente anche sondaggi internazionali, per confrontare le tendenze e le opinioni in decine di Paesi diversi appartenenti sia all’occidente più ricco che ai Paesi emergenti o in via di sviluppo.
Nell’ultima ricerca è stata sondata l’idea del futuro che la popolazione dei vari Paesi ha, le opportunità, le possibilità di miglioramento, e i maggiori problemi soprattutto economici che sono un freno allo sviluppo.
Emerge un mondo molto diversificato, in cui le maggiori discrepanze sono proprio all’interno dei segmenti stessi che rappresentano i Paesi svilupati, o quelli emergenti e in sottosviluppo.
Piuttosto a colpire sono i trend comuni all’interno dei continenti, e si osserva subito come l’Europa sia quello più sfiduciato, anni luce dall’ottimismo asiatico:
Solo il 25% pensa che i bambini di oggi stranno economicamente meglio dei genitori, contro il 58% degli asiatici.
Tuttavia all’interno dell’Europa e in generale del mondo avanzato le differenze si fanno notare: l’Italia è in compagnia di Francia e Giappone (un Paese asiatico solo geograficamente in questo) nell’avere l’opinione peggiore del futuro dei giovani, solo circa il 15% pensa stranno meglio delle attuali generazioni. Anche peggio della Grecia, dove evidentemente qualcuno in più pensa che si è ormai toccato il fondo e si possa solo risalire.
Cina e Vietnam con il loro ottimismo sembrano appartenere a un altro pianeta.
C’è in effetti una chiave di lettura, e non troppo difficile da immaginare, ovvero il tasso di crescita dell’economia come vero e proprio spartiacque tra il mondo ottimista e quello pessimista. Naturalmente è un dato non correlato con il reddito procapite assoluto, anzi forse se una correlazione c’è è negativa, perché quello che viene percepito in chi pensa al proprio futuro o a quello dei figli non è la situazione attuale, presa staticamente, ma come sta evolvendo. Ecco allora come vediamo nella prossima infografica che sono proprio i Paesi che hanno avuto la crescita minore nel 2008-2013, spesso negativa, quelli che sono più pessimisti come Italia, Grecia, Spagna, Francia, Giappone.