Le milizie dell’Isis sono a un passo dal raggiungere un duplice risultato: conquistare Kobane, cittadina siriana al confine con la Turchia, e sfondare nella provincia irachena di Anbar, spingendosi così a ridosso di Baghdad. Lo Stato Islamico sarebbe ormai a circa venticinque chilometri dall’aeroporto della capitale irachena. Se Anbar dovesse cadere, l’Isis controllerebbe un territorio vasto oltre cinquecento chilometri: da Baghdad a Raqqa, in Siria.
Le autorità irachene hanno chiesto aiuto agli Usa: i militari e le tribù dell’Iraq che stanno opponendo resistenza all’Isis minacciano infatti di abbandonare la battaglia se gli americani non interverranno in loro aiuto. Sarebbero diecimila i guerriglieri dell’Isis pronti a sferrare l’attacco decisivo nella provincia di Anbar.
I bombardamenti della coalizione internazionale guidata dagli Usa non stanno ottenendo i risultati auspicati. A terra, come sottolineato dalla CNN, l’Isis sta incontrando difese molto deboli: forze militari male attrezzate e male guidate che stanno opponendo una resistenza insufficiente. A Washington sono comunque convinti che Baghdad non corra il rischio di capitolare: le forze di sicurezza irachene, coadiuvate dai consiglieri militari Usa, sono in pieno controllo della città, ha detto il segretario della Difesa americano, Chuck Hagel.
Photo by The US Army – CC BY 2.0
L’avanzata dell’Isis sta mostrando tutti i limiti della strategia Obama e sta costringendo i vertici militari e politici a cercare soluzioni. Il capo di stato maggiore Martin Dempsey ha affermato ad esempio che gli Usa potrebbero decidere di schierare elicotteri militari a bassa quota per condurre attacchi più efficaci contro l’Isis. Ma questo esporrebbe velivoli militari e personale americano a maggiori rischi.
A Kobane, città siriana a poche centinaia di chilometri dal confine con la Turchia, gli scontri vanno avanti da ormai quattro settimane. La resistenza curda ha evitato la capitolazione della città ma l’Isis resta in posizione di vantaggio: si combatte casa per casa e i miliziani dello Stato Islamico controllano circa metà della città.
John Kerry ha parlato dell’assedio di Kobane come di una tragedia, ma ha anche aggiunto che la città al momento non è una priorità nella strategia contro l’Isis: “Abbiamo detto sin dall’inizio che ci sarebbe voluto del tempo per portare la coalizione internazionale a operare al massimo e per rimettere in sesto l’esercito iracheno. La nostra priorità è l’Iraq. È questa la strategia attuale”.
La Turchia ha schierato le proprie truppe lungo il confine ma ha escluso un intervento di terra in solitaria. Ankara ha però accettato di concedere l’uso della base di Incirlik, sud della Turchia, per “l’addestramento di forze dell’opposizione siriana moderata e per l’impego in attività all’interno dell’Iraq e della Siria”. I dettagli devono ancora essere definiti ma Washington ha già detto di aver accolto positivamente lo sviluppo.
Immagine in evidenza: photo by The US Army – CC BY 2.0