M5S: la ‘tre giorni’ chiusa da poco del Movimento Cinque Stelle, raduno tenutosi a Circo Massimo nel secondo weekend di Ottobre, non è andato molto probabilmente come Grillo sperava.
L’intenzione era quella di dare nuovo slancio al movimento politico del leader del M5S è risultata, a giudizio di molti, un vero flop. E questo fallimento ha fatto suscitare le più vaste critiche sull’operato del MoVimento e la sua azione politica, nonché sul suo futuro come reale concorrente di quei partiti tradizionali da cui esso ha sempre tenuto a prendere le distanze.
E continua a farlo: se dopo l’altro grave flop delle europee Grillo aveva dovuto fare i conti con una pioggia di critiche riguardanti il suo modo di fare comunicazione politica e il suo non aprirsi al dialogo e al compromesso con le altre forze politiche, ad oggi le sue convinzioni sono rimaste le stesse.
Dal palco del Circo Massimo il leader pentastellato ha sparato a zero contro tutti, e contro i suoi soliti bersagli: la sinistra italiana, il Pd e il premier Renzi, definiti come farabutti; i giornalisti e i talk show televisivi, accusati di invitare i rappresentanti del movimento solo per lo share; il Parlamento, definito “fuffa” e un posto da chiudere, abolire.
Insomma Grillo, oltre a non aver abbandonato le sue vecchie posizioni, non ha nemmeno calmato i toni, dimostrando di non aver imparato niente da quel brusco calo di consensi alle europee di aprile, risultato che lo aveva fatto passare da un convinto #vinciamonoi a un deluso #vinciamopoi.
Genova – la sua città natale oggi devastata da un’alluvione – viene tirata fuori nei suoi discorsi sempre pronti a insultare l’avversario: “Contro la peste rossa della sinistra, martedì andremo tutti quanti a spalare il fango e a chiedere le dimissioni del sindaco”.
Comunque, a lamentarsi dell’insuccesso dell’organizzazione sono gli stessi grillini; tra i più realisti c’è stato il sindaco parmense, Federico Pizzarotti, che ha dichiarato: “Non sono mica tante le occasioni come questa, peccato. Volevamo soltanto contribuire alla crescita e al miglioramento del M5S a cui tutti teniamo tanto”.
Dagospia poi, che ha dedicato un intero articolo al flop della tre giorni grillina, parla ironicamente di “applausometro”, rimasto a livelli molto bassi e risalito nella tre giorni alla presenza dei più apprezzati del movimento, gli onorevoli Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Infatti Grillo è il primo a farci caso, con la sua solita ironia: “Finisce che entro un anno Di Battista e Di Maio mi faranno fuori e io mi ritroverò con Mastella all’Europarlamento”.
In conclusione l’ex comico ha annunciato le sue future battaglie politiche, spettri di un programma già annunciato da tempo: reddito di cittadinanza e uscita dall’euro. Sta di fatto che le sue urla per la rivoluzione sembrano non essere più tanto sufficienti o comunque ben meno di prima.