Il governo di Kiev, l’aveva promesso, quindi, oggi è cominciata l’operazione anti-terrorismo contro i separatisti filorussi che, negli scorsi giorni, senza troppe difficoltà hanno occupato edifici governativi e stazioni di polizia in almeno 10 città, nelle regioni orientali dell’Ucraina.
Ieri, il Capo dello Stato ad interim Turchynov, aveva annunciato la decisione delle autorità centrali di riprendere in mano la situazione a Donetsk e in tutte le altre città, sostanzialmente, in mano ai separatisti, con la forza dell’esercito: “i progetti della Russia sono stati e restano brutali. Vogliono prendersi non solo il Donbass, ma tutto l’est e il sud dell’Ucraina dalla regione di Kharkiv a quella di Odessa”, così ha giustificato quella che si annuncia come una repressione che comunque verrà svolta “a fasi, in maniera responsabile e in modo ponderato” per “difendere i cittadini ucraini, fermare il terrore, la criminalità e i tentativi di dividere il nostro paese” in quelle zone dell’Ucraina dove “oltre a “spetsnaz” russi (le forze speciali) e terroristi, ci sono centinaia di migliaia di ucraini ingannati dalla propaganda russa e centinaia di migliaia di innocenti”.
Con aerei, carrarmati e blindati supportati da elicotteri, l’operazione anti-terrorismo è partita da Slovyansk e Kramatorsk, due città nei pressi di Donetsk, da sabato in mano ai pro-Mosca: nella battaglia ingaggiata dall’esercito ucraino per riprendere il piccolo aereoporto di Kramatorsk hanno perso la vita 4 miliziani filorussi, diversi i feriti causati dai colpi sparati da un caccia dell’aviazione di Kiev; entrambe le parti si accusano reciprocamente di aver aperto il fuoco per prime. Adesso i militari di Kiev si sono asserragliati nell’aeroporto, fuori è alta la tensione tra i manifestanti filo-russi.
Secondo fonti russe, una colonna di almeno 20 blindati e 500 soldati, in queste ore sta cercando di entrare a Slovyansk, altri blindati sono stati avvistati a 40 Km di distanza, nei pressi di Izium, sarebbero diretti verso Kharkiv, in zona ci sarebbero pronti 2mila paracadutisti: gli accessi alle città sono bloccate dai miliziani che, per Kiev, non sono altro che uomini delle forze speciali russe; sta di fatto che in molte città si stanno formando autonomamente dei gruppi di civili con l’obiettivo di fermare entrambe le “invasioni” su larga scala, prima che la situazione diventi un bagno di sangue.
Guglielmo Sano