La soglia di povertà si avvicina, un passo dopo l’altro, per più e più pensionati. A confermarlo è l’ente previdenziale più importante d’Italia, l’Inps, nel suo Bilancio Sociale. Sono quasi 7 milioni, infatti, i pensionati sotto i 1.000 euro al mese. E sfondano quota 2 milioni (equivalenti al 13,4%) coloro che non arrivano a 500 euro, praticamente la cosiddetta pensione sociale.
Numeri da ecatombe: l’anzianità così non è tutelata. Lo provano i numeri: il 43% delle pensioni non arriva a quota 1.000 euro mensili. Ma le risorse sono quelle che sono e la crisi non aiuta, anzi. Nello stesso Bilancio Sociale, infatti, si può leggere come vi sia stata una contrazione dei dipendenti pubblici, diminuiti di ben 64.491 unità, e quelli privati, calati di addirittura 140.195 unità. Anche i parasubordinati iscritti all’Inps hanno visto ridursi il proprio numero di ben 100.000 unità. Ma è la consistenza media annua dei lavoratori dipendenti privati a far paura, tanto il calo descritto dall’ente previdenziale: -313.000 unità, specialmente prendendo in considerazione il settore edile (-229.700 unità) a fronte di un totale di 11.983.264 dipendenti privati.
Descrivendo la struttura degli iscritti Inps che non risultano più aderenti, si può osservare un calo maggiore degli uomini rispetto alle donne. Specialmente nel lavoro domestico (-18,6% a -2,8%) a fronte di un modesto calo degli stranieri: -7,4%. Questi, tuttavia, restano la stragrande maggioranza grazie al 79% degli iscritti.
Tornando sulle pensioni, nonostante la grave situazione in cui versano, il Governo non ha intenzione né di immettervi risorse né di tagliarne. Parla Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro: “al momento nella legge di stabilità non sono previsti specifici interventi sulle pensioni”, proprio dalla sede Inps. “Domani – ha concluso – facciamo la discussione per ora non ci sono né tagli né aggiunte”.
Daniele Errera