Rai, Fico dice no ai decreti: “Riforma governance è materia del Parlamento”
“La riforma della governance della Rai è materia del Parlamento”. Lo scandisce il presidente della commissione Vigilanza Rai, Roberto Fico a margine del convegno “Missione, indipendenza e governance del servizio pubblico: l’esperienza europea”, evidenziando come non si possa procedere ad una simile riforma per decreto legge. Per Fico, inoltre, il Parlamento potrebbe indicare dei tempi “che non devono essere necessariamente brevi per riformare il servizio pubblico. Da qui a 10-20 anni – dettaglia il presidente – al fine di determinare una sorta di rinascita del servizio pubblico in Italia”.
Fico entra anche nel merito dei criteri utilizzati per nominare i consiglieri della Rai ed in particolare pone l’accento sulla necessità di definirli: “Quali competenze devono avere?”, si chiede facendo notare infine come “se la stampa e con essa la tv rappresenta il quarto potere, allora che sia trattata come tale”. Il presidente della commissione di Vigilanza Rai si sofferma anche sul tema dibattuto questa mattina e richiamato, nello specifico, dalla presidente della Rai Anna Maria Tarantola, quello di una fondazione duale per la Rai: “Non credo in una fondazione – parla chiaro Fico – visto che abbiamo potuto riscontrare bene che tipo di strade percorrono le fondazioni in Italia. È indubbio, però, che il modello giuridico della Rai vada riformato e si debba decidere se la Rai sia una Spa oppure un istituto di diritto pubblico”. Tornando poi alla questione della riforma Fico auspica che “a proporla sia un disegno di iniziativa parlamentare anche se – osserva – sappiamo che disegni di legge del genere non vengono ascoltati. Dovremmo, come gruppi parlamentari, arrivare insieme ad una proposta condivisa” si augura il presidente che, “nel caso in cui si dovesse votare invece con la Gasparri il nuovo cda della Rai (come lui non auspica) spero – dice – che si possa seguire un altro percorso. Noi come Movimento 5 stelle, infatti, non abbiamo aspettato che cambiasse la legge per assumere un atteggiamento diverso”.