Mentre Tavecchio piange la sua infelice dichiarazione in campagna elettorale, in Basilicata c’è chi ha colto la palla al balzo per ribaltare il senso di quel nome – Opti Pobà – che diventerà un simbolo dell’antirazzismo nel mondo del calcio.
E’ trascorsa una settimana esatta dall’ufficializzazione del deferimento pronunciato dall’UEFA nei confronti di Tavecchio, attuale presidente della FIGC, per le parole enunciate durante un suo discorso precedente alle elezioni: “Noi diciamo che Opti Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio” ed oggi quelle parole sono diventate un baluardo dell’antirazzismo in ambiente calcistico. E’ nata a Potenza, infatti, L’ASD Opti Pobà, squadra composta esclusivamente da giocatori che hanno o che sono in attesa di ottenere lo status di rifugiato politico e che si pone l’obiettivo di favorire l’integrazione degli extracomunitari nel territorio lucano.
Il presidente della squadra è Francesco Giuzio ed ha dichiarato: “La nostra Associazione si rivolge ai cittadini extracomunitari presenti sul territorio italiano, in particolare ai richiedenti lo status di rifugiato politico. Ci prefiggiamo l’obiettivo di favorire, attraverso il gioco del calcio e con tutti i mezzi possibili, una reale integrazione dei primi nel tessuto sociale italiano, e di conseguenza di realizzare un confronto, che sia sinonimo di crescita, tramite l’interscambio di esperienze tra i cittadini italiani e quelli extracomunitari. Tutto ciò nella ferma convinzione che, l’unica cosa che importa è l’appartenenza al genere umano, e non lo Stato di provenienza,la lingua che si parla o il Dio che si prega. Un’esperienza che va contro chi cavalca il malcontento popolare e individua nel “diverso” o nel “nuovo” i responsabili del difficile momento economico in cui stiamo vivendo.”
L’Opti Pobà incanta, oltre che nel progetto, anche sul campo visto che ha centrato la vittoria all’esordio in terza categoria.