La crisi del calcio italiano sembra essere arrivata ai massimi livelli. Giovani incapaci di convincere nel calcio dei grandi, arbitri sempre più al centro delle polemiche, imbarazzanti prestazioni in campo europeo e nazionale ridotta a vincere di misura contro Malta e a rischiare il pareggio contro gli azeri. Dati di fatto, dati sconfortanti, eppure c’è, in questa nube di pessimismo cosmico, un dato che può tirare su il morale ai tifosi. Il valore complessivo delle rose dei club di Serie A, dopo un brusco calo nell’ottobre 2012, è in ripresa da due anni a questa parte.
Facendo fede al dato dichiarato dal sito tedesco www.transfermarkt.it il primo ottobre, il valore della Serie A di oggi supera di 120 milioni quello della competizione regina del primo ottobre del 2010. In quella stagione – 2010-11 – il Milan vinse lo scudetto schierando gente come Ibrahimovic, Thiago Silva, Ronaldinho, Boateng e un più giovane Andrea Pirlo. L’Inter, seconda in quel campionato, schierava Julio Cesar, Maicon, Sneijder, Eto’o, Milito e Samuel; mentre nel Napoli militava gente come Cavani e Lavezzi. Insomma si parla di un’era calcistica addietro, la nostra serie A arrivava dal triplete mourinhano e nessuno si lamentava. Il maggior campionato italiano di oggi, secondo i valori di mercato dei singoli giocatori, vale 120 milioni di euro in più.
Fra le due stagioni prese in esame sono intercorsi campionati che hanno segnato il punto più basso della Serie A. Il primo ottobre del 2010 il valore complessivo delle rose era di due miliardi e trecento milioni, lo stesso giorno del 2011 si è toccata quota due miliardi e centocinquanta milione, mentre nel 2012 si è scesi sotto la soglia psicologia dei due miliardi: un miliardo e novecentonovanta milioni. Ovviamente è da tenere presente che durante l’estate del 2012 hanno lasciato l’Italia calciatori come Thiago Silva, Maicon, Ibrahimovic, Verratti, Julio Cesar, Nesta e Del Piero mentre si sono ritirati eroi mondiali come Gattuso e Zambrotta. Dall’altra parte sono mancati i grandi acquisti, anche se è da registrare l’arrivo in maglia bianconera di un certo Pogba a parametro zero dal Manchester United, ma lo si scoprirà poi in seguito. Da quella traumatica stagione senza grandi campioni si arriva ad oggi in cui, grazie all’immenso sforzo di Juventus e Roma, il valore del nostro campionato è tornato a salire: il primo ottobre del 2013 si attesta intorno ai due miliardi e duecentoventi milioni, mentre oggi siamo intorno ai due miliardi e quattrocentoventi milioni di euro.
La situazione italiana è molto simile a quella tedesca: il valore totale delle rose della Bundesliga è di due miliardi e quattrocento milioni – venti in meno – grazie agli sforzi di una cattedrale, il Bayern, ed una basilica, il Borussia, nel deserto. La Serie A stravince nel confronto con la Ligue 1 che ha un valore complessivo inferiore di circa un miliardo di euro, ma perde nettamente contro la Liga – due miliardi e settecentottanta milioni – e contro la Premier che stravince con un valore complessivo di tre miliardi e settecentoventi milioni.