Il Brasile verso un imprevedibile finale elettorale
Il Brasile corre verso il ballottaggio del 26 ottobre e secondo la recente indagine di Vox Populi, una società di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, Dilma Rousseff (Partido dos Trabalhadores) sarebbe favorita, potendo contare sul 45% degli elettori, mentre il suo rivale, Aécio Neves (Partido da Social Democracia Brasileira), vanterebbe il 44% dei voti.
Il sondaggio è stato svolto durante lo scorso fine settimana, analizzando un campione di 2.000 persone, e con un margine di errore del 2,2 per cento.
In generale, i risultati dei sondaggi sono altalenanti e, visto l’esito del primo turno, non è da escludere che fra meno di due settimane, al secondo turno elettorale, si registrino risultati inattesi. Insomma, per il 26 ottobre si annuncia una sfida “fino all’ultimo voto” per i due candidati alla presidenza del Paese brasiliano.
Nonostante il lieve svantaggio, al momento Neves pare il più favorito poiché, nel corso degli ultimi giorni, la propria percentuale di preferenze è aumentata di oltre 10 punti. E, affinché riesca a superare la soglia del 50 per cento, sarà necessario puntare sui consensi ottenuti in occasione del primo turno elettorale dall’altra principale candidata, Marina Silva (Partido Socialista Brasileiro).
D’altra parte, Rousseff dovrà convincere l’alta percentuale di astenuti al primo turno elettorale (19,39 per cento), ma anche tentare di guadagnare le simpatie degli elettori di Silva. Al primo turno elettorale, Silva aveva ottenuto il 21,32 per cento dei voti che, adesso, è conteso dagli altri due candidati.
Certamente, l’appoggio nei confronti di Neves da parte della stessa Silva potrebbe influenzare gli elettori, prospettando una sorprendente vittoria di Neves. Tuttavia, questa situazione dipenderà dal confronto con il Partido da Social Democracia Brasileira a includere, nel caso di vittoria finale, eventuali misure politiche.
A prescindere dall’esito finale, si può affermare senza dubbio che chiunque sia a vincere le elezioni, sarà poi alla guida di un Brasile che ha bisogno di radicali riforme e, allo stesso tempo, anche di maggiori certezze, in particolare in ambito economico.