Berlusconi? Un privilegiato. Questa, in sintesi, l’opinione dell’ex premier Massimo D’Alema, intervenendo alla trasmissione “Porta a Porta” in merito alla decisione del tribunale di affidare Silvio Berlusconi ai servizi sociali.
“Chi è meno ricco e potente va in prigione per reati minori”, sottolinea D’Alema che, pur rispettando le decisioni della magistratura, aggiunge: “la giustizia si è dimostrata a velocità variabile, con una particolare attenzione al ruolo politico di Berlusconi”. Nell’asserire ciò, D’Alema ha sottolineato di ritenere Berlusconi ormai inadeguato politicamente, in quanto incapace di mantenere unito il centrodestra. Rispetto per la sentenza anche da Gianni Cuperlo, ex presidente PD. “Abbiamo sempre detto che le sentenze vanno rispettate ed applicate, non ci sono altri commenti da fare”.
Arrivano però le prime reazioni di Forza Italia, che critica aspramente le dichiarazioni di D’Alema. “Se si preoccupasse maggiormente della realtà giudiziaria e carceraria italiana, D’Alema scoprirebbe che l’affidamento in prova è previsto dalla legge per tutti coloro che hanno avuto condanne di lieve entità”, sottolinea Luca D’Alessandro. Per Osvaldo Napoli l’ex diessino ha confermato il proprio “cinismo e rancore, noti da tempo”, con un comportamento definito “barbaro e vigliacco”. Dura e sarcastica Daniela Santanché: “quest’uomo aspira a diventare commissario europeo, magari alla Giustizia… L’anti-berlusconismo non è mai morto”.
Arriva invece un mezzo sospiro di sollievo riguardo alla sentenza. Un atteggiamento che, nonostante una sentenza ritenuta tendenzialmente equilibrata, non cancella la “ferita inferta al presidente Berlusconi, alla democrazia italiana e ai milioni di elettori che in lui si riconoscono da vent’anni”, come sottolineato dall’ex ministro Gelmini. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Raffaele Fitto: “decisione meno negativa del previsto, ma resta una profonda ferita per la democrazia”.
Arrivano commenti anche dal Nuovo Centrodestra, da sempre vicino a Berlusconi in riferimento alle sue beghe giudiziarie. Per Quagliariello “la decisione è equilibrata e compatibile con l’esercizio dell’attività politica, come da noi auspicato”. Della stessa idea anche Schifani: “decisione equilibrata ed utile al normale svolgimento della vita democratica italiana”, pur ricordando come il leader di Forza Italia abbia subito, sin dal 1994, “un persistente attacco giudiziario senza precedenti”.
Emanuele Vena