Italia-Cina insieme verso il futuro. Che l’Europa e, più in generale l’Occidente, non se la stiano passando bene non è certo una novità. La crisi economica ha avvolto ormai ogni settore e in ogni paese, grande o piccolo che sia. Nuove potenze emergono e si fanno strada sempre di più tra i grandi della terra. Tra queste l’Oriente e in particolar modo la Cina.
Renzi, cogliendo l’occasione della visita in Italia del premier cinese Li Keqiang, ha firmato con Pechino una serie di accordi per un valore totale di 8 miliardi di euro. Il Paese del Dragone, potenza economica, commerciale e finanziaria, sembra sia stato convinto ad investire nel bel Paese proprio dalle ultime riforme del governo. Cultura e cibo, come è noto, ma anche business.
Ne sono un esempio l’asse tra la Cassa depositi e prestiti e la China development bank del valore di 3 miliardi di euro, il memorandum tra Fondo strategico italiano e China investment corp, l’accordo fra AugustaWestland di Finmeccanica e Beijing general aviation e quello tra Intesa San Paolo e la banca import-export del Dragone.
Superpotenze nella cultura in passato, ora Italia e Cina investono insieme nel futuro. Tra gli accordi anche quello sottoscritto dal nostro ministero dello Sviluppo economico e il ministero del Commercio cinese che riguarda il memorandum di intesa per il parco ecologico italo cinese. La collaborazione tra i due Paesi coinvolgerà anche lo scambio di informazioni su attività di interesse comune per favorire gli scambi commerciali.
Il grande potere finanziario dell’ex Impero celeste gioverà anche all’Enel. Tra quest’ultimo e la Bank of China è previsto un memorandum per potenziali linee di credito fino ad 1 miliardo di euro. Di natura strategica l’accordo tra Intesa San Paolo e Export-Import Bank of China. L’obiettivo è la collaborazione per lo scambio di prodotti elettronici, meccanici e tecnologici.
Ma ciò che manca di più al nostro Paese sono gli investimenti. E così è stato firmato anche un protocollo di intesa per promuovere gli investimenti cinesi in Italia tra Invitalia e The Export Bank of China. A questo si aggiunge un memorandum da 800 milioni di euro approvato da Gse e Zhenjiang per l’individuazione delle imprese interessate ad investire nel parco ecologico sino-italiano.
Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è detto soddisfatto della collaborazione tra l’Italia e la Cina. Quest’ultima, come ha confermato lo stesso Renzi, è il secondo partner commerciale extra-europeo dopo gli Stati Uniti. Nonostante questo il monito del Capo dello Stato e del premier sembra lo stesso:<<Si può fare di più>>.
Dello stesso avviso, anche se ugualmente soddisfatto degli accordi raggiunti, il presidente dell’Ice Riccardo Monti. Quest’ultimo ha puntato l’attenzione sulle barriere all’export, questione di importanza vitale per la filiera agroalimentare. Il problema sarebbero, dal suo punto di vista, i tempi e le modalità dei controlli e della documentazione di accompagnamento. Monti ha inoltre riconosciuto che enormi passi avanti siano stati fatti anche sulla tutela della proprietà intellettuale. Pechino sembra infatti essere molto più attenta nella lotta alla contraffazione.
Felice Tommasino