Berlusconi non ci ha mai lasciato insoddisfatti per le varie campagne acquisti del Milan: Gullit, Van Basten, Savicevic, Baggio, Weah, Sheva e tanti altri. Ma erano altri tempi, è noto. Oggi c’è chi lo accusa di campagne acquisti di parlamentari. Il bacino da cui attinge è Nuovo Centrodestra ma, a quanto pare, con scarsi risultati.
A confermarlo è lo stesso leader di Ncd, Angelino Alfano, ex segretario del Pdl e delfino di Berlusconi. L”Operazione Lassie’, come è stata soprannominata, punta a far tornare in seno a Forza Italia gli ‘eretici’ alfaniani. “In quattro mesi un solo nostro senatore è passato a Forza Italia. Eravamo abituati a ben altre performance da Berlusconi quando era impegnato in queste operazioni”, sostiene un sarcastico Alfano, di fronte alla stampa. Il senatore in questione è Antonio D’Alì, il che non produce assolutamente “alcun problema”.
Replica immediatamente l’oggetto della campagna acquisti, D’Alì. Parla di Berlusconi, dall’emittente radiofonica Radio Città Futura: “domenica scorsa sono stato a cena ad Arcore e ho trovato Berlusconi in gran forma, pronto a discutere delle cose importanti per il paese e a tralasciare le sue personali criticità”.
D’Alì non vede alcun leader puro e duro nel centro destra, se non l’ex Cavaliere: “Berlusconi è l’unico leader del centrodestra italiano e, se la sua agibilità politica verrà ripristinata, sarà anche un leader candidato”. Poi si concentra sulle motivazioni della rottura con Alfano e Nuovo Centrodestra: “le ragioni per cui sono uscito dal NCD sono ragioni esclusivamente politiche, quello di Alfano è un percorso che non condivido più. Lo scenario – continua – è cambiato e l’alleanza con il centrosinistra è venuta meno. Vista la risibilità del NCD dal punto di vista numerico, la chiamerei piuttosto sudditanza”. D’Alì non si sente proprio un alleato di Renzi ed esprime questo malumore quando si chiede retoricamente: “cosa avrei raccontato ai miei elettori di centrodestra? Che alle regionali potremmo allearci talvolta con la sinistra o addirittura che alle politiche potremmo fare da stampella a Renzi”. Infine, da un’intervista a La Repubblica, sostiene il ritorno ad un clima da Governo Letta.
Ma Alfano e i suoi non stanno a guardare e, dopo aver ripudiato l’ipotesi di alleanza con Lega Nord e Fratelli d’Italia, per bocca di Gaetano Quagliariello (“notiamo con rammarico che si è conclusa una svolta dall’altra parte. Ci era stata proposta una alleanza, in realtà con l’unico scopo di distruggere Ncd. Un atto di slealtà che è anche un errore politico, perché è evidente che vogliono occupare il nostro spazio, ma come è compatibile questo con l’alleanza con Lega e Fdi?”), si ipotizza un’unione con altre forze: anzitutto con Per L’Italia e con l’Udc. Parla ancora il coordinatore Ncd: ci vorranno “una settimana, dieci giorni al massimo, insomma i tempi tecnici e burocratici necessari”. Dopo l’alleanza il vero e proprio partito unico: “per il nuovo partito con simbolo e nome nuovi il percorso è lo stesso ma i tempi sono necessariamente più lunghi, perché un partito non è una somma di sigle e tutto va preparato bene”.
A rincarare la dose è Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, che prefigura addirittura una fusione con Scelta Civica, almeno inizialmente a Montecitorio e Palazzo Madama: “gruppi parlamentari unici subito”. Poi, “a seguire, il nuovo partito popolare nell’ambito del PPE con regole certe e democratiche. È la migliore risposta alla crisi della politica”, alla quale sarà possibile dare una risposta all’unità “con Ncd, Popolari per l’Italia e amici di Scelta Civica”.
La paternità dell’iniziativa la rivendica Alfano: “si va avanti sul progetto di riunificazione di tutta l’area moderata, popolare, riformatrice che sostiene il governo e faremo insieme un movimento che sarà il pilastro centrale per la ricostruzione dell’area moderata nel nostro Paese”. E sui tempi, il Ministro dell’Interno sostiene come “procederemo molto rapidamente: spero che si possa realizzare tutto nel più breve tempo possibile. Nascerà dai territori, dai territori avrà anche il respiro democratico per la selezione dei gruppi dirigenti”.
Daniele Errera