Il Senato ha approvato il Decreto per combattere la violenza negli stadi. Negli ultimi tempi il nostro calcio più che per i risultati sportivi raggiunti è balzato agli onori della cronaca per episodi ormai tristemente noti. Il gap tecnico tra la nostra Serie A e i campionati esteri, seppure non trascurabile, appare come un elemento di secondaria importanza al cospetto degli innumerevoli problemi strutturali in seno al nostro sistema calcio.
Uno su tutti, gli stadi quasi mai pieni di spettatori. Ad allontanare la gente e, in particolar modo le famiglie, i molteplici episodi di violenza registrati nel luogo che per i tifosi dovrebbe essere una casa. Un piccolo passo avanti nella direzione di eliminare la violenza negli stadi è stato compiuto dal governo Renzi nella giornata di ieri. Il decreto legge anti violenza, già approvato dalla Camera con 289 si e 144 contrari (2 gli astenuti), ha ricevuto il via libera dal Senato con 164 voti a favore e 109 contrari.
Il ministro Orlando, sul provvedimento, aveva posto la fiducia. Ora il decreto è legge. Nel provvedimento sono contenute numerose disposizioni atte a contrastare fenomeni di violenza in occasione di manifestazioni sportive. La nuova normativa obbliga i club a contribuire al pagamento degli straordinari delle forze dell’ordine addette alla sicurezza versando una quota dell’incasso prevista tra l’1 e il 3%.
Agli agenti delle forze dell’ordine viene concesso l’utilizzo della pistola elettrica. In merito a ciò la cautela di alcuni parlamentari come i parlamentari democratici Cociancich e Di Giorgi: “Il governo monitori con regolarità l’utilizzo della Taser e riferisca entro un anno i risultati in Parlamento”.
Viene sancito il divieto di trasferta per uno o due campionati in caso di gravi episodi di violenza. Il ministro dell’Interno può infatti chiudere il settore ospiti ed impedire la vendita di biglietti ai tifosi che risiedono nella provincia della squadra avversaria.
L’arresto in flagranza differita può essere attuato anche nei confronti dei tifosi colpevoli di aver intonato cori ed esposto striscioni incitanti discriminazione razziale o territoriale.
Gli ultrà pericolosi e i tifosi recidivi già colpiti da Daspo verranno trattati alla stregua di mafiosi e terroristi. Il tribunale potrà disporre nei loro confronti la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza eventualmente integrabile con ulteriori misure quali il divieto o l’obbligo di soggiorno. Pene più severe per chi commette reati in gruppo. Il divieto di entrare allo stadio viene infatti prolungato ad almeno 3 anni che diventano 5 o 8 in caso di reiterazione del reato. Inasprimento della pena anche in caso di frode sportiva: chi compra o vende una partita rischierà fino a 9 anni di carcere e gli inquirenti potranno avvalersi di intercettazioni.
Felice Tommasino