La crisi in Ucraina ha cambiato radicalmente i rapporti tra Ue e Russia. Il rischio che le sanzioni inneschino la più pericolosa delle possibili rappresaglie russe, dopo il divieto di accesso opposto ai prodotti agroalimentari europei e americani, è concreto e tangibile.
L’inverno è alle porte: il gas proveniente da Mosca via Kiev è una risorsa fondamentale da questo punto di vista. Se Putin decidesse di “chiudere il rubinetto” cosa succederebbe al riscaldamento di milioni di europei? Il Consiglio europeo per le Relazioni Estere inquadra sinteticamente il problema: “la crisi imminente illustra la dipendenza dell’Europa dal gas russo e il quasi monopolio Ucraina ha sul transito di gas verso l’Europa. Ciò significa che quando la Russia limita o interrompe il gas ucraino, diventa un problema europeo perché l’Ucraina ospita le condutture di gas russo destinato ai clienti europei“.
Gli stress test effettuati dall’Unione Europea hanno evidenziato che in un tale scenario l’Europa soffrirebbe ma se tutti i paesi cooperassero nessuna casa rimarrebbe al freddo.
Sono state simulate quattro possibilità: stop totale delle forniture di gas via Ucraina per un mese o sei mesi, blocco completo di quelle dalla Russia per un mese o sei mesi. Agli stress test hanno partecipato, oltre ai 28 paesi Ue, anche gli 8 della Comunità energetica europea (Serbia, Bosnia Erzegovina, Fyrom, Albania, Kosovo, Montenegro, Moldavia e Ucraina), più la Turchia, la Svizzera e, in parte, anche la Norvegia.
Come da previsioni è stato rilevato che i paesi più deboli sono quelli baltici, oltre a Bulgaria e Grecia. Male anche quelli balcanici, Moldavia e Ucraina: nel loro caso lo stop prolungato delle forniture di gas russe (sei mesi) avrebbe un “impatto sostanziale”.
Francia e Germania, sono invece “interconnessi molto bene e hanno un sistema energetico ben diversificato“. L’Italia, sebbene importi molto gas russo, è meno vulnerabile di quanto ci si potrebbe aspettare sempre grazie a una certa diversificazione delle fonti di approvvigionamento: avrebbe un deficit di gas con un volume inferiore solo allo 0,1%.
La Commissione Ue che ha condotto gli stress test ha anche verificato lo stato delle riserve di gas dei paesi membri. Secondo un regolamento sottoscritto nel 2010, in occasione dell’ultima crisi russo-ucraina del gas del 2009, i membri devono mantenere delle scorte bastevoli per 30 giorni. A inizio ottobre le riserve di gas dei paesi Ue sono nel loro complesso a livelli molto alti, “attorno al 90%” concludono dalla Commissione.
Tuttavia preoccupa lo stato delle riserve di gas ucraine: sono stati utilizzati l’equivalente di 4 mesi di stoccaggio. Il colosso energetico russo Gazprom a giugno ha tagliato le forniture di gas all’Ucraina: Kiev non ha pagato 3,1 miliardi di dollari di debito. Entro metà gennaio Kiev potrebbe aver bisogno di attingere dal gas destinato all’Europa.
Per questo il 21 ottobre a Berlino si incontreranno il ministro dell’Energia russo Alexander Novak il suo omologo ucraino Yuri Prodan e il commissario europeo all’Energia Guenther Oettinger. All’Ucraina verrà offerto un piano di pagamento più flessibile