M5S, epurato anche il sindaco Fabbri. E intanto nel movimento volano stracci
Continuano a cadere teste nell’Emilia grillina. Dopo la recente espulsione del consigliere regionale Andrea Defranceschi, questa volta è toccata a Marco Fabbri, sindaco di Comacchio (provincia di Ferrara), reo di essersi candidato alle elezioni provinciali in barba alle direttive dei vertici del M5S. “L’ho scoperto questa mattina leggendo il sito”, ha riferito al FattoQuotidiano.it un incredulo Fabbri. Versione che stride con quella fornita dallo staff di Grillo, che fa sapere di aver avvertito Fabbri dell’espulsione già nei giorni scorsi.
Il sindaco di Comacchio si è dovuto accontentare di una nota in calce ad un post contro l’euro apparso stamane sul blog del leader pentastellato. Questo il contenuto del lapidario post scriptum: “Il sindaco di Comacchio Marco Fabbri, eletto con il MoVimento 5 Stelle, si è candidato ed è stato eletto alleandosi con altri partiti alle elezioni provinciali. Il M5S rifiuta per statuto la partecipazione alle elezioni provinciali e Fabbri, in quanto sindaco M5S, non poteva concorrere per altre cariche. La certificazione della lista di Comacchio è revocata. Fabbri è fuori dal M5S”. Sembrano ormai lontani i tempi in cui alle epurazioni venivano dedicati articoli interi. Eletto assessore della nuova giunta provinciale di Ferrara con delega al turismo (incarico gratuito, come vuole la legge Delrio), il trentunenne primo cittadino di Comacchio è ora costretto a sfilarsi la casacca del Movimento.
Nervi sempre più a fior di pelle nel partito di Grillo e Casaleggio. L’Adnkronos riferisce che nella serata di ieri alcuni eletti del Movimento sarebbero arrivati quasi alle mani. “Protagonisti di un acceso battibecco, il neo capogruppo al Senato Alberto Airola che, a margine dell’assemblea congiunta mai iniziata per mancanza di numeri, ha attaccato la deputata Eleonora Bechis per questioni legate al territorio”, riporta l’Agi. La rissa si è evitata solo grazie all’intervento “di alcuni parlamentari che si sono frapposti”, riferisce uno di loro, “e pure i commessi sono intervenuti per dividere: anzi, il loro intervento è stato determinante per evitare che si arrivasse a calci e pugni”. E ancora, prosegue il racconto: “I toni sono stati molto alti. Sono volati insulti. C’è stata la minaccia di resa dei conti”.