Spending Review, Cottarelli contro i burocrati “Ho sentito un senso di esclusione”

Il commissario per la spending review Carlo Cottarelli, in un’intervista al Corriere, si toglie qualche sassolino dalla scarpa e se la prende coi capi di gabinetto ‘rei’ di aver ostacolato il suo lavoro.

“Dopo un anno la parte principale del mio lavoro può dirsi completata. Un voto a quest’esperienza? Otto”, ma “una cosa che mi ha reso molto difficile il lavoro è stato il sistema dei capi di gabinetto. Si conoscono tutti tra loro, parlano tutti lo stesso linguaggio. E i capi degli uffici legislativi: hanno in mano tutto e scrivono leggi lunghissime, difficilmente leggibili. Costituiscono un gruppo omogeneo, in cui è difficile entrare, con cui è difficile interagire. Spesso molti documenti non mi venivano dati. Non per cattiva intenzione, ma perché non facevo parte della struttura. Dopo una, due, tre settimane venivo a sapere le cose. Ho sentito un senso di esclusione”.

Così il commissario uscente per la spending review: tra le cose più assurde “una è legata alle auto blu. Quando ho discusso col ministero della Difesa dell’opportunità che alcuni ufficiali superiori rinunciassero all’auto di servizio, ho scoperto che esiste un regolamento dell’Esercito e della Marina, ma non dell’Aviazione, che impedisce ai militari in divisa di andare in giro con l’ombrello. Non potendosi bagnare, devono prendere l’auto”, racconta Cottarelli.

Un’altra riguarda “i commessi. Molti, oggi, non hanno un vero lavoro da svolgere, stanno seduti alla scrivania nei corridoi ministeriali. Una volta mi hanno spiegato perché questi enormi corridoi non possano essere ristretti, razionalizzando gli spazi. Per la presenza dei suddetti commessi, che stanno lì a fare niente”.

Commentando la legge di Stabilità “è molto coraggiosa. Non so se io avrei avuto questo coraggio”, dice Cottarelli. “Va certamente nella direzione giusta. Penso che l’Italia abbia bisogno di questo. Non di un’ulteriore stretta fiscale”.