Legge di stabilità, le Regioni provano il dialogo
“Basta tweet: #tagli è tema complesso ma risolvibile se ci incontriamo con MEF e Presidenza del Consiglio”. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Champarino prova a stemperare la tensione che si è registrata fra gli enti regionali e il governo dopo la presentazione della legge di stabilità che prevede tagli da parte delle Regioni. “Abbiamo detto al Governo che siamo pronti con delle proposte che ci consentono di rispettare il saldo dei 4 miliardi di taglio – aggiunge Chiamparino – Ma il grado di complessità tecnico è molto elevato e richiede un confronto per il quale occorre un mandato politico che deve venire da un incontro a Palazzo Chigi”. Un tentativo di dialogo raccolto favorevolmente dall’inner circle renziano. “Penso che si riuscirà a trovare un punto di equilibrio in un incontro che, sono convinta, ci sarà tra il Presidente del Consiglio e le Regioni” ha spiegato infatti la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani. Anche nel governo si preme per arrivare ad un accordo su alcuni punti. “Credo che le condizioni per ragionare con le regioni su alcuni punti si troveranno, non bisogna far battaglie, alzar muri, ma mettersi a lavorare nel solco della Legge di Stabilità che ha un indirizzo di marcia ben preciso” afferma il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina a margine del Forum di Coldiretti a Cernobbio.
In tal senso un incontro tra le parti potrebbe esserci già giovedì prossimo. Il 23 ottobre, infatti, è stata chiesta ieri la convocazione delle due Conferenze straordinarie Stato-Regioni e Unificata nelle quali si discuterà formalmente dei circa 560 milioni necessari per finanziare le scuole paritarie, il trasporto dei disabili, le borse di studio, il diritto allo studio, che le Regioni devono al Governo entro il 31 ottobre.
NAPOLITANO, MISURE IMPORTANTI PER CRESCITA E FISCO – Nella legge di stabilità varata dal Governo “mi sembra ci siano misure importanti sia per la crescita, per la politica degli investimenti e, indirettamente, per quel che riguarda la riduzione della pressione fiscale”. È quanto ha affermato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lasciando il Grand Hotel et de Milan in mattinata. Il capo dello Stato, incontrando i giornalisti, ha però precisato di non aver ancora avuto modo di leggere con attenzione il testo approvato. che comunque, ha detto, ga registrato “un riconoscimento abbastanza ampio”.
PADOAN “NON SI POTEVA FARE DI PIU'” – “Sulla legge di stabilità “i vincoli di bilancio non hanno consentito di fare di più”. Lo sottolinea il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in un’intervista al Sole 24 Ore. Il ministro stima in 800mila contratti l’impatto della decontribuzione sul tempo indeterminato: “Di certo – aggiunge Padoan- insieme con il Jobs Act, questo tipo di contratto diventerà molto più conveniente”. Dinanzi alle proteste degli enti locali, Padoan ribadisce che “ogni livello di governo si deve assumere le proprie responsabilità davanti ai propri cittadini: bisogna essere parsimoniosi, perché alle tasse devono corrispondere servizi adeguati. Sono convinto però che oggi le Regioni possano aumentare l’ efficienza dei servizi senza aumentare le tasse. Quello delle siringhe è un esempio fin troppo scontato, ma vero. Non accetto – aggiunge – chi accusa lo Stato, i governi, di far aumentare le tasse locali. Regioni e comuni sono autonomi e responsabili davanti ai cittadini. E le forti divergenze territoriali che oggi esistono dimostrano che ci sono, per molti, margini per far meglio. La maggiore responsabilità aiuterà”. Sul Tfr, Padoan spiega che “si tratta di soldi dei lavoratori, è giusto che possano scegliere cosa farne, e il miglioramento generale dell’ economia dovrebbe favorire anche i fondi pensione”.
PASSERA, COME SEMPRE LA RICETTA PER IL DISASTRO – La nota di aggiornamento al Def e la legge di stabilità rappresentano “la ricetta per il disastro, perché, come è sempre stato in questo Paese, nei prossimi anni le entrate fiscali aumenteranno di 72 miliardi, la spesa pubblica corrente di 46, gli investimenti scendono a 25 miliardi, al lumicino, e il deficit già da quest’anno aumenta di 11 miliardi. Sono i dati che ci danno loro”. A sottolinearlo è il leader di Italia unica, Corrado Passera, che incontrando i giornalisti smonta punto per punto la Legge di stabilità approvata mercoledì scorso dal governo. Innanzi tutto la contestazione del taglio di tasse di 18 miliardi: premesso che “quasi sicuramente avremo un aumento della fiscalità, i dieci miliardi degli 80 euro e i 3 miliardi di riduzione dell’Irap c’erano già. Quindi i tagli sono 5 miliardi, a fronte di meno 5 miliardi di trasferimenti alle Regioni e ai Comuni, che dovranno aumentare le tasse locali. Non solo. Sono arrivati -attacca l’ex ministro dello Sviluppo- ad aumentare le tasse più odiose, quello sul risparmio degli italiani, che chiamano rendite quando invece sono risparmi: dividendi, interessi, fondi previdenziali e Tfr”
MARONI SE RESTA COSÌ OSPEDALI A RISCHIO – Se resta così la legge di Stabilità “avrà conseguenze catastrofiche in Lombardia”: lo ha detto il presidente lombardo Roberto Maroni spiegando che da una prima valutazione “si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali, l’aumento dei ticket, delle addizionali Irap e Irpef e tagli a infrastrutture e trasporti”.
VENDOLA, SE CONFERMATA,CHIAVI REGIONI A P.CHIGI – “Se la manovra dovesse essere confermata nella sua rozza algebra io penso che sarebbe opportuno consegnare le chiavi dei governi regionali a Palazzo Chigi”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola. “Non si può più esercitare con responsabilità – ha aggiunto – il governo dei territori in cui, a causa delle politiche dei governi centrali, è aumentata la povertà, la disoccupazione; in cui la fragilità delle persone ci chiede più impegno”.
BRUNETTA, RISCHIO TAGLI LINEARI E PIÙ TASSE – “Tagli lineari e aumento della pressione fiscale di almeno 1,5 punti di Pil, fino a raggiungere il massimo storico del 45%”: è questa la verità dietro il trucco dei numeri presentati dal premier Matteo Renzi in occasione del varo della legge di Stabilità secondo il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta. Sì, perchè “dei 5 miliardi di coperture che dovrebbero arrivare dalla spending, se ne realizzeranno – si legge nelle slide messe insieme da Brunetta – al massimo 5-6 e per i restanti scatteranno le clausole di salvaguardia (più Iva, più accise, più tagli lineari)”. Ma non solo: “degli 11 miliardi in deficit la commissione europea non ne autorizzerà neanche uno, anche perchè in termini congiunturali ci sarà lo sforamento del parametro del 3%, checchè ne dica il presidente del Consiglio”. Infine, per quanto riguarda “l’evasione fiscale e la tassazione dei giochi non si realizzerà nulla o quasi nulla in più di quanto previsto”.
GUTGELD,SACRIFICIO REGIONI 2MLD SU BUDGET DA 140 – “Il taglio previsto per le Regioni è di 4mld, rispetto a una previsione di spesa che in realtà conteneva un aumento di 2 mld, quindi in realtà quest’anno chiediamo un sacrificio di 2 mld su un budget complessivo di 140”. Lo dice il consigliere economico di Palazzo Chigi Yoram Gutgeld a a Coffee Break su La7. “Uno sforzo relativamente modesto – dice Gutgeld – rispetto a una spesa importante. Faccio un esempio sulla spesa sanitaria. In Piemonte, un farmaco antitumore costa 12 euro e nella stessa Regione in un altro ospedale ne costa 26. Solo lavorando sulle differenze di prezzo sull’acquisto dei farmaci ospedalieri si può recuperare gran parte dello sforzo richiesto”,
BLOG GRILLO, PORCATA RENZI, CLAUSOLA TAGLIA SANITÀ – “Renzi infila nella manovra la porcata della clausola taglia-sanità! Il presidente del Consiglio, se ha coraggio, vada in tv a dire la verità agli italiani, quella verità che ieri in conferenza stampa a palazzo Chigi ha nascosto: cioè che la sua legge di stabilità scarica sulle spalle delle Regioni 4 miliardi di tagli e che questi si tradurranno in tagli alla Sanità, cioè sulla carne viva dei cittadini”. Così sul blog di Beppe grillo in un post dal titolo ‘#RenzieTagliaLaSanita« firmato M5S Senato. “La bozza presentata in pompa magna dal premier -si legge nel post- nasconde una vera e propria trappola per le Regioni, la cosiddetta clausola ‘taglia-sanità’: se entro il 31 gennaio 2015 i governatori non troveranno un accordo per ripartire i 4 miliardi di spending review a loro carico, il governo potrà intervenire ‘considerando anche le risorse destinate al finanziamento corrente del Servizio sanitario nazionale”. Per i grillini ci troviamo di fronte a “un vero e proprio ricatto, una porcata che lascia al governo la libertà di mettere mano anche ai fondi che normalmente sono previsti per la sanità e che rischia di mandare in tilt un Sistema sanitario nazionale già ridotto al collasso. Questo governo ci sta truffando, spacciando per buona una manovra irresponsabile che in realtà ammazza uno dei comparti più delicati del Paese e viola palesemente il Patto della Salute che lo stesso governo aveva firmato ad agosto con le Regioni”.
CAMUSSO,SBAGLIATO TAGLIARE SERVIZI COME SANITÀ – “Penso sia sbagliato che in una stagione di crisi si possa anche solo immaginare di tagliare i servizi alle persone a partire dal Servizio sanitario nazionale”. La leader Cgil, Susanna Camusso, parla così della legge di stabilità dal corteo dello sciopero generale per la Ast di Terni. “Mi pare – sottolinea ancora – che la stessa entusiastica adesione di Confindustria alla riduzione dell’Irap sia stata accompagnata dal dire che questo non si tradurrà in assunzione”.
TOTI, LE TASSE RIENTRANO DALLA FINESTRA – “Il rischio di questa manovra sia di dare con una mano e di togliere con l’altra. Si concedono a molte categorie vantaggi fiscali, ma poi le tasse rientrano dalla finestra attraverso l’aumento delle addizionali regionali e comunali e con il taglio di servizi al cittadino su sanità e altro. È già successo con gli 80 euro da una parte e l’aumento delle tasse sulla casa e sui risparmi dall’altra”. Per il consigliere politico di Silvio Berlusconi ed europarlamentare di FI Giovanni Toti, intervistato dal Corriere della Sera, nella Legge di stabilità “ci sono luci e ombre. Per essere maliziosi, è una manovra dal sapore elettorale”.
ZAIA, IMPUGNERÒ MANOVRA DAVANTI ALLA CONSULTA – “A questa manovra dobbiamo ribellarci, in tutte le forme legittime, perchè noi non siamo una fonte di spreco. Prendo atto che il governo non ci sente, e allora dico che impugneremo la manovra davanti alla Corte costituzionale, dal momento che non ho alcuna intenzione di aumentare le tasse ai miei amministrati”. Lo afferma il governatore del Veneto, Luca Zaia, in due interviste a Repubblica e Fatto Quotidiano. “L’impatto per noi sarà devastante, e in misura ancora maggiore rispetto a Regioni non proprio così virtuose. Perchè i risparmi noi li abbiamo già fatti. Devono imporre a tutti di essere virtuosi, non colpire in modo indiscriminato”, sottolinea Zaia. Per il Veneto la manovra comporterebbe “azzerare i soldi sul dissesto idrogeologico e sulla formazione. E limare su sociale e sanità. Ma io non ho intenzione di farlo, nè di aumentare i ticket. Salgo sulle barricate”.