La promessa di Renzi e gli 80 euro in più in busta paga. Il decreto legge con cui il governo destinerà 80 euro in più in busta paga (ai lavoratori con uno stipendio netto inferiore ai 1500 euro) sarà approvato venerdì prossimo in Consiglio dei Ministri. Ad annunciarlo è lo stesso Renzi, in uno scambio di battute su Twitter: “Il dl sugli 80 euro in busta paga lo facciamo venerdì in Cdm” ha cinguettato il premier rottamatore. “Nessun taglio agli assegni familiari” risponde poi a quanti lo interrogano sulle voci, circolate nelle ultime ore, secondo le quali l’esecutivo starebbe valutando tagli agli assegni a sostegno delle famiglie per assicurarsi le coperture necessarie al finanziamento della misura promessa da Renzi e prevista nel Def, a cui il Cdm ha dato il via libera lo scorso 8 Aprile.
Il Def, in cui sono compresi anche gli 80 euro, deve essere approvato entro venerdì sia alla Camera che al Senato. Una corsa contro il tempo per il testo, ora in audizione alla Commissione Bilancio della Camera. Passaggi obbligati per il governo, che deve così assicurarsi le coperture necessarie al finanziamento del provvedimento che, dal prossimo 27 Maggio, porterà un lieve aumento nelle buste paga di circa 10 milioni di italiani.
Ad aumentare le preoccupazioni, anche i dati forniti dall’Istat sulla reale efficacia del Def,durante l’audizione del presidente Antonio Golini, ieri, alla Camera dei Deputati: 714 euro lo “sconto” Irpef per le famiglie più povere, 451 euro per le più ricche, secondo la revisione fiscale che venerdì arriverà in Consiglio dei Ministri. A fare eco, il monito di Bankitalia che avverte: “la spending review” calcolata dal commissario Carlo Cottarelli “così come è non basta per il 2015”.
Tempi stretti e numeri incerti, soprattutto a Palazzo Madama, dove l’esecutivo deve presentarsi con la maggioranza al completo. Per l’approvazione del documento è necessaria la maggioranza assoluta dell’aula. E Renzi non può permettersi defezioni, soprattutto dopo le critiche e le perplessità sollevatesi in questi giorni dai banchi dell’opposizione. Sull’approvazione del Def pesa anche la lettera inviata dal governo all’Ue per informare dello spostamento del vincolo del pareggio di bilancio al 2016. Una notizia passata inosservata, che, in parte, contrasta con gli annunci del ministro Padoan. Solo ieri il responsabile all’Economia aveva dichiarato: “Questo, per la crescita, è l’anno della svolta”.