Clamoroso gesto di Enrico Tranfa, presidente del collegio della Corte d’Appello di Milano chiamato a giudicare l’imputato Silvio Berlusconi nel caso “Ruby”, che con una decisione assolutamente senza precedenti nella storia giudiziaria italiana ha deciso di rassegnare le proprie, subito dopo aver firmato le 330 pagine di motivazioni della sentenza di assoluzione pubblicate ieri dal Tribunale di Milano.
Lo rivela oggi il Corriere della Sera, sottolineando come il comportamento dell’ex magistrato riveli il suo radicale dissenso nei confronti degli altri due giudici chiamati a giudicare l’ex primo ministro italiano.
Il comportamento del magistrato è particolarmente eclatante se si considera che per legge il presidente del collegio non può esismersi dal firmare la sentenza, pena l’inesistenza dell’atto stesso: pertanto l’unico strumento a disposizione di Tranfa sarebbe stato il deposito della cosiddetta “busta” nella cassaforte della cancelleria, ovvero di una memoria nella quale il giudice esprima il dissenso rispetto alla sentenza firmata al fine di esimersi da eventuali future responsabilità; situazione tuttavia molto rara nella prassi dei tribunali.
Le dimissioni invece sottolineano l’imcompatibilità del magistrato non solo rispetto alla decsione specifica sul caso Ruby, ma anche rispetto al metro di valutazione e gli standard probatori utilizzati, portandolo alla decisione di non voler più pronunciare processi nemmeno nei confronti di imputati comuni. Per questa ragione dopo 39 anni di servizio il giudice ha deciso di andare in pensione con 15 mesi di anticipo rispetto al previsto.
IL PERSONAGGIO – Enrico Tranfa campano di origine, provenie dal medesimo paese di Mastella, Ceppaloni, giudice dal 1975 con primo incarico ad Oristano e dal 1979 ha esercitato a Milano sia come giudice penale che come giudice civile entrando anche nel consiglio giudiziario del distretto. Dal 2012 era presidente della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Milano.
Politicamente astrattemente collocabile nella corrente di centro “Unità per la Costituzione” Tranfa da sei mesi si stava confrontando con i colleghi Alberto Puccinelli e Ketty Locurto, magistrato vicino all’area di sinistra “Area/Magistratura democratica. Il 18 luglio scorso dopo la camera di consiglio era stato disposta l’assoluzione dell’imputato Berlusconi per il caso Ruby. Le dimissioni tuttavia per gli adetti ai lavori non sarebbero state un vero e proprio “fulmine a ciel sereno”. Secondo alcune indiscrezioni infatti, molti magistrati si sarebbero preoccupati nelle scorse settimane per le condizioni di salute del collega che vedevano particolarmente pallido e teso.
Le motivazioni invece sono state depositate a sorpresa l’ultmo giorno utile, quando veniva data per sicura la richiesta di una proroga.