Nella notte di venerdì, la Camera dei Deputati ha dato il via libera alla sanatoria per gli evasori fiscali, introducendo il reato di autoriciclaggio per chi non si metterà in regola.
Il provvedimento ha ottenuto 250 voti favorevoli, 72 contrari e 2 astenuti. La norma, ora, andrà a Palazzo Madama in prima lettura.
NON CONDONO MA VOLUNTARY DISCLOSURE – Non si tratta di un condono fiscale, ma di una dichiarazione volontaria. L’evasore, dunque, si dovrà autodenunciare, pagando il nero con l’aliquota normale, ma ottenendo sconti sulle sanzioni. La sanatoria, poi non ammette anonimato o contribuzioni parziali: chi è pentito, dunque, lo deve essere fino in fondo, dichiarando tutto ciò che è stato evaso. Non basta, poi, la parola, ma bisogna fornire una ricostruzione del “nero” non pagato negli anni precedenti.
NORMA VALIDA PER I CAPITALI ALL’ESTERO E ITALIANI – La norma, poi, si applicherà tanto al “nero” italiano quanto a quello dei paradisi fiscali. Ai gruzzoli non dichiarati nascosti all’estero, quindi, si possono aggiungere i mancati pagamenti di Irap, Iva, Ires, Irpef ed addizionali. Inoltre, pagheranno di più gli evasori che hanno trasferito capitali nei paesi della black list rispetto a chi ha privilegiato gli Stati inseriti nella white list.
IL REATO DI AUTORICICLAGGIO – Agli sconti sulle sanzioni e sugli interessi, la sanatoria introduce il reato di autoriciclaggio, che verrà applicato a chi non coglie l’occasione per mettersi in regola. Gli evasori, però, saranno giudicati con due pesi e due misure diverse a seconda del delitto commesso: nei casi più gravi, infatti, è prevista una multa che varia dai 5mila ai 25mila euro e la reclusione da 2 a 8 anni; in quelli più lievi, sanzione pecuniaria e carcere sono dimezzati.
SI MIRA A RECUPERARE ALMENO 30 MILIARDI – La sanatoria approvata questa notte avrà un gettito di 6,5 miliardi, mirando a recuperarne almeno 30.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è fiducioso, in quanto confida che “con l’autoriciclaggio, la voluntary disclosure riporterà i capitali in Italia”. Il provvedimento, infatti, sostiene il relatore Marco Causi (Pd) avrà gli effetti del bastone e della carota, alludendo alla nuova fattispecie di reato e agli sconti per chi si mette in regola.
Decisamente contrari alla voluntary disclosure gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, che hanno fatto una strenua ostruzione per ostacolare l’approvazione di una norma che, a loro dire, favorisce i “colletti bianchi”.
CGIA DI MESTRE: “PRESSIONE FISCALE ALTA PER IMPRESE” – Se la sanatoria, poi, mira a fare proseliti tra gli evasori, la pressione fiscale per le imprese resta, comunque, molto forte. L’allarme viene dalla CGIA di Mestre, che ha stimato che le aziende dovranno onorare, nei prossimi due mesi, ben 25 scadenze fiscali, pari a 92 miliardi di euro. Il segretario del CGIA Bortolussi sottolinea che la pressione fiscale “potrebbe mettere in seria difficoltà moltissime piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità” in un “periodo, quello di fine anno, molto delicato per le aziende”, in cui alle tasse si sommano le tredicesime dei dipendenti.