Ignazio Marino tenta l’azzardo e sfida l’establishment. Il sindaco di Roma ha trascritto nel registro capitolino le nozze gay di 16 coppie che si sono sposate all’estero. E riesplode la polemica.
BENZINA SUL FUOCO – Marino si giustifica, dinanzi ad un Campidoglio blindato tra applausi, abbracci e proteste: “E’ uno splendido sabato. In Italia abbiamo un percorso da fare affinché le leggi possano permettere a tutti di avere gli stessi diritti”. Ma in realtà la sua mossa alimenta ulteriormente una tensione a livelli già elevati. A partire dal ministro degli Interni Angelino Alfano e dal Prefetto Giuseppe Pecoraro, che avevano intimato il sindaco di non trascrivere le nozze gay nel registro.
L’IRA DEI VESCOVI – Durissimo l’attacco della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, che ha definito la trascrizione “una scelta ideologica, che certifica un affronto istituzionale senza precedenti”. E ancora: “mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico. Una tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi giorni, non è accettabile perchè oltre a non essere in linea con il nostro sistema giuridico, le trascrizioni suggeriscono una equivalenza tra il matrimonio ed altre forme che ad esso vengono impropriamente collegate”.
DURE REAZIONI – Dura anche la reazione del ministro Alfano, che ha liquidato via Facebook l’atto di Marino, bollandolo come un mero autografo: “Il sindaco Marino ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco: per l’attuale legge italiana, ciò non è possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge. In pratica, il sindaco Marino ha fatto il proprio autografo a queste, peraltro rispettabilissime, coppie“. Non meno perentorio il Prefetto Pecoraro, che avverte Marino: “Inviterò immediatamente il sindaco alla cancellazione di tali trascrizioni, se non dovesse procedervi provvederò all’annullamento”.
E in piazza monta la polemica, con il flash mob organizzato da NCD contro le unioni civili e con Forza Italia che ha srotolato un enorme striscione che recitava: ‘Marino Famigliofobico’. Critico anche l’ex ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, responsabile dei diritti civili per Forza Italia: “La trascrizione da parte del sindaco Marino dei matrimoni contratti all’estero non fa altro che gettare benzina sul fuoco su un terreno già molto delicato come quello dei diritti civili”. Insorge anche Maurizio Gasparri che, a margine di una manifestazione del partito a Civitanova Marche, attacca il primo cittadino della Capitale: “E’ un incapace e un irresponsabile. Ha sfidato la legge, la Costituzione, i principi del diritto naturale”. La trascrizione dei matrimoni fra omosessuali “apre alle adozioni gay, agli uteri in affitto, a mostruosità che non potremo tollerare”, ha aggiunto. “L’attentato alla famiglia, l’apertura a manipolazioni genetiche e adozioni innaturali sono una cosa inaccettabile”.
A DIFESA DI MARINO – Se parte della piazza ha urlato accuse di fascismo nei confronti di chi si oppone alla scelta di Marino, arrivano anche le prime reazioni istituzionali. Consenso al sindaco arriva dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: “I diritti delle coppie di fatto sono una delle prove di civiltà che il nostro Paese darà come tutti gli altri Paesi all’interno della cornice dell’Ue in cui ci troviamo”. Il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, si scaglia invece contro Alfano: “Penso che il ministro degli Interni anzichè rimbrottare chi tra mille difficoltà si prende in carico lo sforzo di accogliere e interpretare i bisogni dei nostri concittadini dovrebbe adoperarsi perchè si faccia senza ulteriori ritardi una legge sulle unioni civili come quella in vigore in Germania. La trascrizione in Italia dei matrimoni contratti all’estero da persone dello stesso sesso è operata dai sindaci nel rispetto di elementari principi di civiltà”.