Il senato ha approvato il ddl sul voto di scambio con 191 sì e 32 no. La riforma del voto di scambio è arrivata in Senato per l’approvazione definitiva ed è stato subito scontro.
Il voto sulla riforma sul voto di scambio previsto per ieri è stato rinviato alla giornata di oggi, dato che per l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle alla fine del pomeriggio nessun emendamento era stato ancora votato. Già la scorsa settimana, la decisione del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli di sospendere la discussione sul disegno di legge contro il voto di scambio politico-mafioso per passare direttamente al voto del testo (la cosiddetta “ghigliottina”), aveva fatto infuriare il Movimento cinque Stelle.
I senatori del Movimento 5 Stelle avevano chiesto (senza ottenerlo) di far tornare il provvedimento in commissione: nel mirino del gruppo stellato c’era in particolare l’alleggerimento delle pene detentive per l’articolo 416 ter del codice penale, votato alla Camera in terza lettura. E sempre la seduta della settimana scorsa aveva visto in aula un’alternarsi di urla e fischi. Infine l’aula di Palazzo Madama aveva votato a favore della proposta di sospensione, sancendo così la chiusura anticipata della discussione sul ddl.
Ma anche la seduta di ieri, sempre sul voto di scambio, è stata contraddistinta da scontri e bagarre. Da una parte i Cinque Stelle – nella tribuna del pubblico era presente Beppe Grillo, che ha tenuto una movimentata conferenza stampa – con alcuni senatori che hanno messo sopra i banchi iPad e iPhone rivolti verso la tribuna stampa con la frase “No mafia”. Dall’altra una maggioranza allargata determinata ad approvare il faticoso compromesso raggiunto nei tre precedenti passaggi tra Camera e Senato. A riscaldare gli animi ha contribuito anche l’intervento del capogruppo Pd con Luigi Zanda che ha attaccato i 5 stelle: “Perchè non potete parlare come tutti? Sapete solo urlare…”. Ma non è riuscito a finire la frase che dai banchi di M5S si è levato di nuovo il coro: “Fuori la mafia dallo Stato!”. Zanda ha aggiunto: “Ho detto ai senatori Pd che avremmo assistito a continue provocazioni dei 5 stelle perchè questa è la loro campagna elettorale. Ho assistito a una serie di insulti e menzogne, il M5S sa benissimo quanto abbiamo combattuto per questa legge…”. Ma non è tutto. Il senatore M5S Alberto Airola urla “vergogna”. Poco prima anche Maurizio Santangelo si era rivolto così a Pietro Grasso: “Non ci fate parlare!”. Con il presidente del Senato che rispondeva: “Se vuole provocare l’aula, questo tipo di minacce la presidenza non le accoglie e fa continuare democraticamente il dibattito”. Beppe Grillo, dalla tribuna, sorrideva. Infine, i senatori Cinque Stelle issano un cartello con la scritta: “Rialzate le pene”.
L’esame del provvedimento, dato il clima che si era venuto a creare, è slittato quindi a stamattina. Ma come nelle giornate precedenti i senatori del Movimento 5 Stelle hanno fortemente contestato il provvedimento, urlando e interrompendo i colleghi degli altri gruppi durante le dichiarazioni di voto. Il Presidente del Senato Pietro Grasso è ricorso perciò all’espulsione dall’aula dei senatori del M5S Vincenzo Santangelo e Alberto Airola.
Alessandra Scolaro