Imputazione coattiva per due esponenti della giunta Chiamparino nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata Rimborsopoli. Si tratta del vicepresidente e assessore regionale al bilancio, Aldo Reschigna (Pd), e di Monica Cerutti (Sel), assessore con delega all’Università e al Diritto allo studio. Il gup Roberto Ruscello del Tribunale di Torino ha infatti disposto che per gli interessati sia chiesto il rinvio a giudizio entro 10 giorni, tempo che i pm hanno a disposizione per formulare il capo di imputazione. Poi sarà un altro giudice, nell’udienza preliminare, a stabilire se gli assessori dovranno essere processati o meno.
RIMBORSOPOLI PIEMONTESE
Stessa sorte di Reschigna e Cerutti è toccata al segretario regionale del Pd, Davide Gariglio. Accettata la richiesta di archiviazione dei pm Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi, invece, per Gianna Pentenero (attuale assessore all’Istruzione in quota Pd), e per i consiglieri democratici Wilmer Ronzani, Rocco Muliere (sindaco di Novi Ligure), Nino Boeti e Giuliana Manica. Salva anche l’ex presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso, oggi europarlamentare del Pd.
Nella vicenda “Rimborsopoli” sono coinvolti con l’accusa di peculato (ossia di aver utilizzato i fondi della Regione per scopi personali, come pranzi e cene, e non istituzionali) anche Roberto Cota e quasi tutti gli ex consiglieri regionali della sua legislatura. Il processo avrà inizio proprio domani a Torino.
“Non ho ancora ricevuto alcuna notifica, per adesso non ho nulla da dire”, ha fatto sapere Aldo Reschigna. Monica Cerutti afferma che “non si tratta di un rinvio a giudizio ma della richiesta di rinvio. Andrò a spiegare le mie ragioni così come ho già fatto, ragioni che erano state accolte dai pm. Poi vedremo”. Nessuna sorpresa, invece, per il segretario regionale del Pd Davide Gariglio: “La decisione non mi sorprende. E’ coerente con quanto aveva scritto il gup nelle motivazioni”.