“Hello, we’re back”. Il cinguettìo di David Coburn, parlamentare europeo eletto nelle liste dell’Ukip di Nigel Farage, annuncia il “ritorno” dell’Efdd (Europe of Freedom and Direct Democracy Group). Che, tradotto in italiano, sta per “Europa della libertà e della democrazia diretta”. Già, perché il 16 ottobre scorso, il settimo gruppo del Parlamento europeo si era sciolto come neve al sole dopo la defezione della deputata lettone Iveta Grigule, diventata presidente della delegazione del Kazakistan. Infatti, secondo le regole di Bruxelles, un gruppo parlamentare deve essere formato minimo da sette paesi diversi dei 28 stati membri. Ed, essendo Grigule l’unica deputata per la Lettonia, l’Efdd non ha avuto più ragion d’essere. Oggi, però, è giunta la scialuppa di salvataggio. Dopo giorni di trattative, infatti, si apprende che un deputato polacco, Robert Ivashkievich di “Congresso della nuova destra”, sarebbe pronto a salvare la coppia Farage-Grillo. Perché senza un gruppo, pur disponendo di un cospicuo numero di parlamentari, sia il M5S sia l’Ukip sarebbero condannati all’irrilevanza.
“Ci sono negoziati in corso. Dovevo salvarli e sono dovuto urgentemente salire a bordo” ha ammesso Ivashkievich al quotidiano polacco Rrzeczpospolita. La notizia non è ancora ufficiale. Ma dovrebbe mancare poco. Intanto i parlamentari del fu defunto gruppo esultano. Ad ogni modo, si può comprendere facilmente come, anche nelle massime istituzioni europee, spesso contino più le logiche di spartizione delle poltrone che non idee o interessi condivisi. Si dirà, lo avevamo già capito dopo le nomine della Commissione europea (che poi è l’organo che conta davvero). Vero, con l’unica ma imprescindibile differenza che il Parlamento, rispetto alla Commissione, è eletto direttamente dai cittadini. E con le preferenze.
L’Efdd è composto da 48 parlamentari e si fonda sull’alleanza, molto discussa, tra Grillo e Farage. Il primo, da sempre su posizioni ambientaliste (riempiva palazzetti parlando di ecologia), il secondo, grande fautore dell’energia nucleare. Inoltre, molti dicono che il M5S sia da sempre un movimento spostato a sinistra (in riferimento soprattutto ai suoi elettori) mentre è un fatto che l’Ukip sia un partito conservatore (per usare un eufemismo) ma soprattutto xenofobo. I 5 Stelle a Bruxelles hanno portato 17 parlamentari, l’Ukip 24.Poi c’è un deputato ceco, uno francese (ex Front National), due lituani, due svedesi e un polacco, appunto.
Da qualche settimana, l’Ukip ha conquistato il primo seggio alla House of Commons e i sondaggi vedono il partito di Farage ancora in ascesa verso le elezioni della primavera prossima. A maggio, quando l’Ukip è diventato il primo partito inglese, si diceva: le elezioni europee non sono le politiche. Vero. Ma i sondaggi dicono tutt’altro. E Cameron è talmente preoccupato da un’incredibile quanto sconvolgente vittoria di Farage che in questi giorni sta preparando una proposta di legge per bloccare gli incontrastati flussi migratori verso la Gran Bretagna. Tutto ciò nella patria del libero scambio e del libero movimento di persone. E solo per racimolare qualche consenso perduto. Cosa non si fa per la poltrona.
Giacomo Salvini