Forza Italia verso la ‘dolce morte’?
Forza Italia starebbe morendo per cedere il passo a Renzi e per tutelare Mediaset. Questa la notizia – neanche troppo sbalorditiva – che si legge in un articolo dell’Huffington Post. Questa “dolce morte” dell’impero politico di Silvio Berlusconi sarebbe il giusto sacrificio per salvare quello imprenditoriale, la vera e concreta eredità dei suoi figli. Sono rumors più che credibili provenienti da Arcore quelli che parlano di un ritiro dell’ex premier dalla politica, mentre a beneficiare di questo abbandono sarà proprio Matteo Renzi.
Tale questione sembra sia stata “annunciata” domenica scorsa nel salotto televisivo di Barbara D’Urso, a Domenica Live, quando l’attuale premier ha illustrato quella manovra – di bilancio – che fa innamorare l’elettorato azzurro dell’ex Cavaliere, perché piena di sgravi fiscali, Irap e agevolazioni per le imprese. È talmente evidente che da parte di Renzi ci sia la volontà esplicita – e la strategia politica – di rubare i fedeli elettori di Berlusconi, e per di più con la faccia di farlo proprio su una sua rete televisiva, che certi anonimi non hanno potuto che commentare: “E’ chiaro che Berlusconi sta assecondando lo fondamento al centro di Renzi del suo elettorato. E’ uno sfondamento consenziente. Sarebbe stato improbabile vedere Prodi o D’Alema nel salotto della D’Urso in questo modo”.
Ma ormai c’è una palese accondiscendenza del leader di Forza Italia, il quale non si preoccupa più di fare opposizione, se non con qualche frase di circostanza. Ma nemmeno: quando recentemente è stato approvato il testo della legge di stabilità, sono state molte le critiche arrivate dal mondo politico ed istituzionale, mentre invece nessuna voce è arrivata dal centrodestra azzurro, che si è ritirato in un silenzio-assenso.
A guardare i sondaggi più recenti, la strategia di Berlusconi appare più che evidente: Forza Italia è ormai al 14% con tendenza a scendere, e la fuga dei voti sta prendendo due direzioni diverse; da una parte gli elettori si avvicinano al Pd, mentre dall’altra – quella più destrorsa – vanno verso la Lega lepenista di Salvini. Tempo fa di questa lenta morte del suo partito Berlusconi se ne sarebbe subito accorto e sarebbe corso immediatamente ai ripari, ma che non sia invece più una sua priorità è oggi abbastanza evidente. E’ infatti arrivato un altro assenso – prima impensabile – dell’ex premier, quello sulla legge elettorale e la sua apertura al premio di lista anziché di coalizione. In questo modo Berlusconi si accontenta di un terzo posto nella competizione elettorale – dopo Pd e M5S – ma chiede sottilmente, o forse neanche troppo, qualcosa indietro a Renzi: cioè che il governo tuteli il suo impero e la sua eredità, al fine di lasciare ai figli delle imprese efficienti e funzionanti.
D’altronde, la situazione è di sofferenza diffusa: Mediaset si trova in passivo, Fininvest è in rosso, mentre Forza Italia stessa ha dei debiti che possono essere coperti solo dal buon nome di Berlusconi. Poi c’è la fastidiosa questione di Bankitalia, che sta obbligando Fininvest a vendere in Mediolanum quelle quote che superano il 9,9%, mentre Telecom vorrebbe Mediaset Premium dando in cambio una quota nel gruppo delle telecomunicazioni. “Renzi deve difenderci”, questo il grido di Silvio nella turbata pace dei suoi affari.
A questi deve pensare Berlusconi, più che a rinsaldare il partito e giocare una partita politica che sa già di perdere. Ricomporre un centrodestra del tutto frammentato – con una Lega trasformata, un Alfano troppo moderato e una Meloni altrettanto “svigorita” – sarebbe una fatica troppo grande. L’ex Cavaliere, ora come ora, ha tutt’altre “gatte da pelare”.