Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha presentato tre emendamenti alla bozza approvata dalla commissione che hanno mandato su tutte le furie Ncd e Forza Italia. “Affermeremo la linea del nostro testo di legge – assicura Orlando, che nel pomeriggio ha incontrato il nuovo numero uno dei penalisti, Beniamino Migliucci – all’interno del quale c’è un equilibrio che migliora l’attuale normativa”.
“Lavoreremo in modo aperto, tenendo conto delle proposte emerse anche oggi, ma affermeremo la linea del nostro testo di legge, all’interno del quale c’è un equilibrio che migliora l’attuale normativa. Non voglio polemizzare con il relatore Buemi, ma il ddl del governo è pubblico dal 29 agosto: se si voleva tenerne conto, c’era il tempo e il modo di farlo. Stiamo prendendo un testo per la coda. Avremmo voluto che si tenesse conto del nostro testo fin dall’inizio dei lavori della commissione”, ma il testo del governo è arrivato “dopo il voto di alcuni articoli” sul ddl parlamentare. Questo oggettivamente crea elementi di disarmonia”, ha aggiunto Orlando sottolineando la necessità di portare avanti “lo sforzo di cercare con i subemendamenti di migliorare, armonizzare e arricchire il testo da noi proposto”.
Ma ancora: “Scontiamo una oggettiva difficoltà – ha detto Orlando – perché il testo che avevamo predisposto è diverso da quello a cui è arrivata la commissione al Senato. Ora ci sono disarmonie da superare, dobbiamo lavorare con il relatore, che avrà una funzione essenziale di ricucitura. E dobbiamo fare in fretta, perché è in itinere una procedura d’infrazione Ue con il rischio di pesanti sanzioni”.
Forza Italia però non ci sta. “Il governo vuole riproporre con i suoi tre emendamenti, per ora annunciati a voce, il suo testo”, presentato a settembre. Ma in questo provvedimento, sottolinea Giacomo Caliendo (Fi), si prevede la responsabilità civile dei magistrati solo in “rarissimi casi”, perlopiù per negligenza grave e travisamento grave del fatto.
Un’impostazione ben diversa da quella data da Buemi al testo base – più punitiva – con il quale si prevede la responsabilità delle toghe anche nel caso in cui si discostino dalle sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione senza darne adeguata motivazione.