Prendere in mano la partita per risolvere definitivamente lo stallo. Come? Con una mossa spiazzante. Sarebbe questa la strategia del premier Matteo Renzi per risolvere l’immobilità nel processo delle nomine per la Consulta. Una strategia con un nome ben preciso: Movimento Cinque Stelle. Secondo quanto riporta Repubblica ci sarebbe una parziale apertura da parte del MoVimento 5 Stelle: “Se verranno fatti nomi degni, li voteremo”. Sarebbe questa la risposta del M5S alla proposta del premier Matteo Renzi per sbloccare lo stallo sui nomi della Consulta.
NAPOLITANO E LA CONSULTA
L’obiettivo del premier sarebbe quello di coinvolgere il M5S per raggiungere il quorum necessario e chiudere definitivamente la partita delle nomine. Anche perchè il pressinge del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è sempre più pressante. A maggior ragione dopo l’ufficializzazione dei nomi dei due esponenti di nomina presidenziale. Che suona più o meno come un monito: io ho fatto la mia parte, ora tocca a voi.
ADDIO VIOLANTE?
L’ennesima fumata nera sul nome di Luciano Violante avrebbe spinto il premier ad un deciso cambio di strategia. Il premier, parlando in direzione di un “PD corresponsabile” sulla vicenda dello stallo per la Consulta, ha sostanzialmente aperto la via ad un possibile cambio in corsa, che comporterebbe l’abbandono del sostegno all’ex presidente della Camera. Ma resta da capire come reagirebbe la minoranza PD, che potrebbe non vedere di buon occhio lo strappo e l’abbandono di una candidatura ritenuta autorevole. E sarebbe l’ennesimo motivo di attrito all’interno di un partito sempre più in fibrillazione.
GRILLO TRA CSM E CONSULTA
La strategia del premier, secondo quanto evidenziato da Repubblica, potrebbe tirare in ballo anche il Csm. Il cui posto destinato al PD potrebbe essere “lasciato” al M5S, in cambio del sostegno alla Consulta per due profili autorevoli, tecnici puri, meglio ancora se donne. E c’è chi dice che ci siano già stato contatti riservati tra democratici e grillini, anche se pare che al momento Beppe Grillo non sia intenzionato a fare concessioni di sorta. Intanto Renzi insiste, per risolvere una trama ormai sempre più intricata.