“Il Pd non ha bisogno di tifoserie ma di persone autonome e pensanti. Se risorse e potere alimentano un partito parallelo è quasi un dovere dentro il Pd dare un luogo a chi non la pensa così”. Lo afferma a Repubblica Gianni Cuperlo. “Il premier – spiega Cuperlo – mi ricorda la parabola dei talenti. Il punto è dove vuole indirizzare le doti che ha. L’impressione è che voglia catturare il consenso ovunque, senza limiti e confini. Ma se spezzi il legame tra bisogni e consenso rischi di fondare il potere su una trasversalità senz’anima”.
“Renzi – osserva Cuperlo – ha definito la sua una sinistra delle opportunità. In questo è blairiano. Ma per me Blair oggi è l’Old Labour. Perchè il tema del secolo torna con prepotenza, quello di nuove uguaglianze e libertà. Non cogliere questo aspetto restringe la sinistra in un recinto stretto mentre il mondo corre più in là”. Alla domanda se sia sicuro che il Pd sia ancora il suo partito, Cuperlo replica: “Mi batto per questo. So che la sinistra non esiste in natura. La sinistra è un impasto di speranza, conflitti e passione. È scegliere la parte della società che vuoi liberare e promuovere. Alla Leopolda – aggiunge quindi – farò un salto lunedì. Ah, sarà finita, dura solo tre giorni? Allora andrò l’anno prossimo”.