Gasparri insulta su Twitter: un senatore può fare il cyberbullo?

Pubblicato il 22 Ottobre 2014 alle 16:38 Autore: Guido Scorza

Chissà cosa dirà e come voterà Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato della Repubblica, quando nelle prossime settimane si troverà a doversi pronunciare su uno dei disegni di legge contro ilcyberbullismo in discussione a Palazzo Madama.

Chissà quale sarà la sua posizione dopo aver suggerito – via Twitter – in modo stupido, rude ed inaccettabile ad un’adolescente di drogarsi di meno e stare più attenta alla dieta perché, lui – senatore dall’occhio clinico – l’avrebbe vista “messa male”, attraverso il minuscolo “francobollo” che gli utenti di Twitter appiccicano, accanto al proprio account.

“Meno droga, più dieta, messa male”. E’ questo, infatti, il cinguettio con il quale il Senatore Gasparri, una delle più alte cariche dello Stato, ha “apostrofato”, l’altra sera, un’adolescente rea solo di aver difeso Fedez – un rapper, giudice di XFactor, popolare trasmissione televisiva – che lo stesso Gasparri, in un altro cinguettio, aveva criticato in quanto, a suo dire, incapace di esprimere opinioni, considerato il modo in cui aveva trattato il suo corpo, tatuandosi.

E’ una vicenda orribile ed odiosa quella andata in scena l’altra sera via Twitter che non può essere ridimensionata, lasciata scivolare via nell’oblio e messa da parte.

I 33 caratteri del cinguettio del vicepresidente del Senato, infatti, sono intrisi di una subcultura – per non definirla ignoranza – della superficialità, dell’apparenza, dell’offesa facile e della violenza verbale di rara pericolosità che è incompatibile con la carica istituzionale ricoperta da Maurizio Gasparri ma, prima ancora, è incompatibile con il livello minimo di educazione e senso civico che ci si dovrebbe attendere da un adulto di media cultura in un Paese che ha l’ambizione di sentirsi civile e democratico.

Il vicepresidente del Senato della Repubblica l’altra sera ha prima criticato un’opinione politica espressa da una persona – il rapper Fedez  -a proposito del fenomeno dell’immigrazione solo in ragione dell’aspetto fisico del rapper in questione, reo di essersi tatuato e poi ha “diagnosticato” – via Twitter e semplicemente guardando una sua minuscola immagine – ad un’adolescente, l’uso eccessivo di droga e la necessità di una dieta, arrivando a sentenziare che l’adolescente, destinataria del suo cinguettio, sarebbe “messa male”.

Un tripudio di ignoranza, superficialità e maleducazione davanti al quale non esistono scuse, alibi né giustificazioni. Un senatore della Repubblica, vice-presidente di una della più alte istituzioni repubblicane non può – ma in realtà non lo può fare nessuno – criticare le opinioni di qualcuno solo in ragione del suo aspetto fisico né, evidentemente, può offendere gratuitamente un’adolescente dandole della drogata e dell’obesa, suggerendole una dieta e giudicandola “messa male”.

Un episodio del genere non può essere guardato con rassegnazione né con superficialità e non può essere lasciato cadere nel silenzio. Il senatore Gasparri deve dimettersi immediatamente dal suo incarico di Senatore, deve lasciare il suo scranno a Palazzo Madama a qualcuno che abbia un livello di educazione e senso civico superiore al suo o che, almeno, sappia controllare istinti selvaggi ed animali.

Ma – a prescindere da quello che riterrà di fare il sen. Gasparri – il Senato della Repubblica, fino a quando esiste, deve auto-tutelare la sua immagine e la propria reputazione. Tocca al Presidente del Senato, Piero Grasso, richiedere al “collega” Maurizio Gasparri di rassegnare, almeno, le dimissioni da vicepresidente del Senato e poi costituire l’istituzione che rappresenta come parte civile nel giudizio penale che c’è da augurarsi l’adolescente offesa dal sen. Gasparri promuoverà nelle prossime ore.

Ha del paradossale pensare che il sen. Gasparri, nei prossimi giorni, possa trovarsi a votare una legge sul cyberbullismo che ha lo scopo – che sia opportuna, necessaria o completamente inutile – di frenare un fenomeno del quale proprio lui ha appena dato prova di essere campione negativo da guinness dei primati.