Governo: fiducia sul divorzio breve. Le critiche di Forza Italia
Fiducia. Ancora una volta. Il Governo Renzi porta avanti più e più politiche ed iniziative legislative per mezzo dell’istituto della fiducia. Del resto il tempo della concertazione, aveva affermato in passato Renzi, è terminato. Questo è il Governo del fare ed i tempi sono stretti, strettissimi.
Alle ore 13:00 circa si voterà la fiducia al maxi emendamento sulla riforma del processo civile. Tra gli elementi che hanno ricevuto più visibilità della revisione del c.c. vi è il divorzio breve: “si va davanti al pm per l’ok anche in assenza di figli minori. Se ci sono figli anche la tempistica diventa più stringente”, scrivono su La Repubblica. Tutto per velocizzare l’istituto che, al contrario, in Italia aveva preso la via della lentezza: separazione per 5 anni, solo dopo si poteva accedere al divorzio. La fine del matrimonio avverrà di fronte al Sindaco della città. Gli avvocati sono facoltativi. Continua il quotidiano diretto da Ezio Mauro: “nei casi di separazione o di scioglimento del matrimonio secondo condizioni concordate, l’ufficiale dello stato civile, quando riceve le dichiarazioni dei coniugi, li invita a comparire di fronte a sé non prima di trenta giorni dalla ricezione per la conferma dell’accordo. La mancata comparizione equivale a mancata conferma dell’accordo”.
Un altro punto caldo è la giustizia in senso stretto: da una parte sono ripristinate le sezioni dei giudici di pace ad Ostia Lido (sud ovest di Roma) e di Barra. Poi vi sono le ferie dei magistrati. Ma è sempre la questione di fiducia a non convincere parte del Parlamento. Il Presidente della Commissione Giustizia a Palazzo Madama, Nitto Francesco Palma, critica il Governo: “per l’ennesima volta il governo dimostra di non avere alcun rispetto per il Senato della Repubblica, forse perché già lo considera destinato a scomparire una volta entrata in vigore la relativa riforma Costituzionale. Ritengo, però, che fino a quando il Senato resterà in vita il governo abbia il dovere di uniformarsi alle consolidate prassi istituzionali e, nel presentare il solito maxi-emendamento su cui porre l’ennesima fiducia, non possa discostarsi dal testo varato in commissione”. Il forzista, poi, entra nello specifico, sui contenuti della riforma: “registro nel maxi-emendamento sul processo civile alcune sensibili diversità, talune delle quali attinenti al delicatissimo tema della fine del matrimonio davanti all’ufficiale di stato civile. A tacere poi di altri argomenti del tutto disomogenei, rispetto alla materia del provvedimento e, come tali, non in linea con quanto ripetutamente affermato dalla corte costituzionale”.
Daniele Errera