Scadono oggi i primi sei mesi del regime di affidamento in prova ai servizi sociali che Silvio Berlusconi ha dovuto scontare, su decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano, in seguito alla condanna per il processo Mediaset dell’agosto 2013.
Il leader di Forza Italia ha fatto il suo ingresso nell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (dove, come è noto, assiste gli anziani) il 9 maggio scorso, anche se il primo giorno formale dell’affidamento risale al 23 aprile, esattamente sei mesi fa. Nonostante la condanna ai servizi sociali abbia la durata di un anno esatto, la legge permette a Berlusconi di poter richiedere anticipatamente la libertà. Secondo alcune indiscrezioni, è proprio quello che l’ex Presidente del Consiglio – con i suoi legali, Piero Longo e Nicolò Ghedini – sta pensando di fare.
La richiesta di liberazione anticipata, una volta formulata, dovrà essere presa in esame dal giudice Beatrice Costi, la quale dovrà però tener conto di due ulteriori passaggi. Anzitutto, sarà necessario visionare la relazione semestrale su Berlusconi che l’Uepe (Ufficio locale per l’Esecuzione Penale Esterna) ha l’obbligo di redigere in funzione del ruolo di supervisore che ad esso spetta nei confronti di soggetti sottoposti a misure di restrizione della libertà. L’altro aspetto, decisamente più politico, come riportato dal Fatto Quotidiano, è quello di alcune esternazioni nei confronti dei magistrati proferite dal Cavaliere in contrasto alle norme comportamentali a cui egli deve attenersi durante l’intero periodo in cui sconta la pena.
L’eventuale parere positivo del giudice di Sorveglianza alla richiesta di libertà anticipata si rivelerebbe di grande utilità per un Silvio Berlusconi la cui creatura politica proprio in queste settimane sta vivendo una delle sue fasi più delicate, tra lacerazioni interne e sondaggi impietosi, ma che appare determinato a sfoderare ancora una volta tutto il suo carisma per ritornare a dominare la scena politica nazionale.