La legge di stabilità fa discutere ancora. Questa volta, però, l’oggetto del contendere è la risposta di Bruxelles alla missiva italiana che illustrava il piano di bilancio alla Commissione, che è stata pubblicata sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Una decisione, quella del Tesoro, che non è stata particolarmente gradita da Bruxelles.
LA MISSIVA – La risposta è arrivata in mattinata ed i vertici di via Venti Settembre hanno deciso di pubblicarla, annunciando che domani sarà la volta dei chiarimenti.
Con la lettera di oggi, il commissario europeo agli affari monetari Katainen invita l’Italia a spiegare due nodi: perché verrà violato il patto di Stabilità del 2015 e in che modo Roma rispetterà gli obblighi derivanti dalla politica di bilancio del 2015.
Senza mezze parole, Katainen bolla il rinvio degli obiettivi di medio termine al 2017 come “deviazione significativa della strada di aggiustamento”, che si basa “sul cambiamento programmato dell’equilibrio strutturale”.
Lo scopo, dunque, è quello di conoscere la posizione italiana, continuando il “dialogo costruttivo” con il Bel Paese, arrivando, quindi, “a una valutazione finale”.
Katainen, poi, chiede chiarimenti entro domani, affermando, tramite il suo portavoce, che si tratta di un “processo in corso, con discussioni che proseguono”.
BARROSO CONTRARIO ALLA PUBBLICAZIONE DELLA LETTERA – Da Bruxelles le reazioni per la pubblicazione della lettera strettamente confidenziale non si sono fatte attendere.
A prendere la parola è il presidente della Commissione uscente José Manuel Barroso, che non ha condiviso la scelta di Roma, nonostante ciò fosse un diritto dell’esecutivo. Si è trattata, secondo il presidente, di una “decisione unilaterale del governo italiano”, perché “la commissione non è favorevole alla pubblicazione di tali lettere: è in corso una consultazione informale e molto tecnica e noi pensiamo debba avvenire in un clima di fiducia”.
Duro anche il giudizio nei confronti della stampa italiana: “La maggior parte delle notizie sulla stampa italiana su quanto io o la Commissione abbiamo sostenuto sono false, surreali, non hanno nulla a che vedere con la realtà, e se ce l’hanno è solo per caso. Spesso sono francamente invenzioni”, ha affermato l’ex primo ministro portoghese, che ha considerato come “nocivo e disonesto presentare certe posizioni come personali”.
LA REPLICA DI RENZI – Durissima la replica del premier Matteo Renzi “Sono stupito che Barroso si sia sorpreso per la pubblicazione della lettera che era stata anticipata qui, su un importante quotidiano internazionale, il Financial Times, poi un importante giornale italiano ha avuto lo scoop”. E ancora: “È finito il tempo delle lettere segrete, è il momento della trasparenza totale”. Da oggi, continua Renzi, “bisogna voltare pagina. Ogni dato sensibile dev’essere pubblicato“. Non solo quelle italiane, avverte il presidente del Consiglio, ma anche quelle europee “dovranno essere rese pubbliche”.
Il premier ha poi commentato nel dettaglio la lettera Ue. “Rispetto al merito credo che non ci siano grandi problemi. Si sta parlando di 1 o 2 miliardi, possiamo metterli anche domattina“, “In una manovra di 36 miliardi – ha aggiunto prima della riunione del Consiglio Europeo – e un bilancio da 800 milioni, con un Paese che dà ogni anno 20 miliardi all’Europa, il problema dei due miliardi che potrebbero in teoria essere necessari corrispondono veramente a un piccolissimo sforzo”. Renzi ha poi chiuso le polemiche con una battuta: “Il governo ha presentato una grande manovra per ridurre le tasse, che era quello che ci chiedeva l’Europa, e ora che lo abbiamo fatto non sarà una piccola discussione sulle virgole a fermare il nostro percorso”.