Tante chiacchere pochi fatti. Ecco cosa pensano le cancellerie estere di Renzi
Su quanto pesi il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi nello scenario europeo e mondiale si susseguono da mesi diverse correnti di pensiero: c’è chi dice tanto, chi invece ne attribuisce un peso minimo e di mera apparenza e formalità. Sicuramente c’è da evidenziare l’assenza del Premier al vertice sulla crisi ucraina svoltosi a Milano. In una foto, relativa a questo evento, ci sono i “big” Angela Merkel, Francois Hollande, Vladimir Putin e Petro Poroshenko, ma manca il padrone di casa. Inoltre molti analisti politici ritraggono il Presidente del Consiglio eccessivamente alla mercé della cancelliera tedesca e della “corte” del Parlamento Europeo, nonché grande amico della famiglia Clinton, a discapito di una buona reputazione presso i padroni di casa USA, cioè la famiglia Obama.
Tante parole, pochi fatti: è questa la scheda analitica della personalità di Renzi agli occhi delle cancellerie estere. Un esempio è dato dall’atteggiamento del Premier in merito alla guerra all’Isis: d’accordo con Obama sui bombardamenti, ha poi deciso che gli aerei italiani non avrebbero partecipato e ha confinato l’Italia a fornire sostegno logistico. Secondo i rumors della Casa Bianca, il “grande capo” Barack non avrebbe strizzato l’occhio al comportamento del nostro Premier e di lui penserebbe che sia un leader un po’ inconsistente, brillante ma fondamentalmente privo di contenuti.
Inoltre, anche in merito alla crisi russa, il segretario del PD non ne è uscito a testa alta: dopo numerose indecisioni e mosse politiche altalenanti, ha fatto aderire il nostro Paese alle sanzioni economiche da comminare alla Russia.
Detto questo, c’è ora da capire se lo scontro che Matteo Renzi dichiara di voler avere con Barroso sulla legge di stabilità, avrà poi concreti effetti sulla politica italiana ed europea.
Erika Carpinella