Italia vs Ue: dopo un serrato braccio di ferro, una soluzione alla questione-deficit appare vicina. Le ultime indiscrezioni, infatti, parlano di un compromesso che sarebbe stato individuato tra l’esecutivo italiano, la Commissione Europea e il suo neoeletto presidente Jean-Claude Juncker.
Come riportato da Repubblica, secondo la quale l’accordo è ormai cosa fatta, lo scopo che il governo Renzi si propone è di ricevere dall’Europa un trattamento simile a quello riservato alla Francia, a cui è riservata la possibilità di uno sforamento dello 0,8% del deficit strutturale. Da parte sua, l’istituzione comunitaria sarebbe pronta a concederci “un aggiustamento pari allo 0,25 per cento del deficit strutturale rispetto allo sforamento dello 0,5 per cento” a cui faceva riferimento anche il commissario europeo per gli affari economici, il finlandese Jyrki Katainen (convinto sostenitore dell’austerity), nella discussa lettera inviata al ministro dell’economia Piercarlo Padoan.
A proposito di austerity, anche il Capo dello Stato è intervenuto per dire la sua, in queste ore concitate di frizioni tra Italia ed Europa, a seguito anche della polemica alimentata da Josè Manuel Barroso, secondo il quale Padoan non aveva il diritto di rendere pubblica la lettera di Katainen. Il presidente Napolitano ha dichiarato, nel corso di un incontro formativo sull’Ue al Quirinale di aver letto una bozza del documento del Consiglio, in cui “il termine ‘austerità’ questa volta non compare. Per evitare nuove polemiche qualcuno ha accettato di non menzionarlo forse anche mosso da un complesso di colpa”.
Anche il ministro Padoan si mostra soddisfatto della scomparsa – almeno formale – della tanto temuta austerità, al posto della quale si parla invece “di come sostenere la crescita e gli investimenti, soprattutto privati – senza i quali non si crea lavoro – e di come farlo a livello italiano e Ue”. Padoan ha poi minimizzato la diatriba con Barroso, giustificando la pubblicazione della lettera come un atto dovuto, al fine di fermare sul nascere ogni sorta di speculazione. L’incidente di percorso è ormai acqua passata, e i burocrati italiani ed europei continuano a lavorare in queste ore per una soluzione condivisa, nell’auspicio che non arrivino inaspettate novità dell’ultim’ora.
“Sulla politica economica la discussione come al solito molto è stata tosta, accesa. Ma mi pare sia stato un buon Consiglio europeo”, ha sottolineato Renzi al termine della riunione. Il presidente del Consiglio ha quindi ribadito le sue posizioni rispetto al rapporto con l’Unione: “Ora bisogna risolvere le nostre questioni, che sono la priorità del governo italiano. Un governo che rispetta tutti ma non si ferma davanti a nessuno“, serve “una presenza più forte dell’Italia, più orgogliosa e determinata: ogni anno l’Italia dà 20 miliardi all’Europa e ne prende indietro una decina, è un Paese che ha una forza e un’autorevolezza fuori discussione, quindi non viene a prendere lezioni o reprimende“.