Sondaggio Ixè per Agorà: per il 68% degli italiani ha ragione Renzi, le regioni sprecano troppo

Pubblicato il 24 Ottobre 2014 alle 19:26 Autore: Umberto Zimarri

Molti gli argomenti analizzati dal sondaggio dell’istituto Ixè per il programma Agorà, in onda sui Rai Tre e condotto da Gerardo Greco. Come spesso accade in queste ultime due settimane a farla da padrone sono gli argomenti legati alla legge di stabilità e alla riforma del mercato del lavoro.

Nel duello rusticano tra il Premier e le regioni, la maggioranza degli italiani è d’accordo con il Presidente del Consiglio: il 68% ritiene che le regioni sprechino troppo denaro, il 32%, invece, sostiene che con questi tagli siano a rischio i servizi essenziali come la sanità.

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Altra questione calda è il famigerato bonus bebè per le neo-mamme, anche qui continua la luna di miele tra Renzi e l’elettorato. Il 56% la ritiene una norma giusta che aiuta le famiglie, per il 39% è solo propaganda politica, mentre il 5% non sa rispondere.

Domani è il giorno della grande manifestazione dalla CGIL, ma cosa ne pensano gli italiani? Il 52% è d’accordo con il Job’s Act e non condivide le ragioni del sindacato. Il 36% è favorevole alla manifestazione, mentre il 12% non sa rispondere, perché non ne conosce le ragioni. Dato da non sottovalutare che dovrebbe far riflettere molto il mondo dell’informazione.

Cosa cambia se i quesiti vengono posti agli elettori del Pd? La maggioranza, 48%, è sempre d’accordo con l’impostazione della riforma, ma aumentano di sei punti percentuali coloro che si identificano nelle ragioni della protesta. È sempre più evidente, su queste tematiche, l’esistenza di due Partiti: quello di Matteo Renzi da una parte e quello che fa riferimento alla minoranza, a sua volta divisa tra “vecchia guardia”( Bersani, Cuperlo, D’Alema) e Civatiani, dall’altra.  In sintesi ci sono più avversioni verso la riforma all’interno dell’elettorato Dem, nonostante questa sia figlia del Segretario, rispetto all’esterno.

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Qual è l’opinione, invece, sul Partito della Nazione? Il 51% del campione totale intervistato non è d’accordo con questa nuova impostazione, il 37% è favorevole, mentre il 12% non sa rispondere. Cambia di molto la prospettiva se si guardano i dati dei soli elettori del PD. In questo caso, infatti, il 55% è d’accordo, il 28% è contrario e una fetta considerevole, 17%, non sa giudicare questa scelta.