Da Parigi – Grandi manovre a destra (estrema) in Francia. Evidentemente, il consenso sempre più forte nei confronti del Front National e del suo leader Marine Le Pen non basta a fagocitare l’intera galassia dell’ultraconservatorismo transalpino. Secondo il sito di giornalismo d’inchiesta Mediapart, diretto da Edwy Plenel (autore del panphlet “Per i Musulmani”, parafrasando una frase del J’Accuse di Zola), il saggista Alain Soral e il comico Dieudonné M’Bala M’Bala starebbero gettando le basi per un nuovo partito politico, che dovrebbe chiamarsi “Riconciliazione Nazionale”. Mediapart ha poi reso pubblico il documento di quello che dovrebbe corrispondere allo statuto di un partito alla sua fase embrionale.
Soral, con un passato da militante comunista, era divenuto un sodale della famiglia Le Pen negli anni 2000: in occasione della campagna elettorale per le Presidenziali del 2007 sostenne apertamente l’attuale presidente onorario del FN Jean-Marie, ispirandone numerosi discorsi pubblici. La rottura avvenne nel 2008, quando la figlia Marine si oppose alla sua candidatura come capolista alla Elezioni Europee dell’anno successivo.
Soral optò allora per la creazione di una lista “Anti-Sionista”, in tandem con il comico di colore Dieudonné M’Bala M’Bala, sulla quale era stata persino avviata un’inchiesta per presunti finanziamenti da parte dell’Iran di Ahmadinejad.
La coppia Soral-Dieudonné tornerebbe dunque sulla scena politica, sempre nel segno dell’antisemitismo e del contrasto a Israele. Dieudonné, lo scorso inverno, rimase per settimane al centro del dibattito pubblico in Francia a causa dei contenuti veicolati all’interno dei suoi spettacoli, tanto da provocare persino l’intervento del governo e dell’allora “semplice” Ministro dell’Interno Manuel Valls, che firmò una circolare per impedirne lo svolgimento.
Ne scaturì una feroce polemica sull’atteggiamento censorio tenuto dall’esecutivo nei confronti dell’artista, la cui “Quenelle” (celebre gesto considerato alla stregua di un braccio teso al contrario) fu replicata in segno di vicinanza da moltissimi fan, soprattutto presso la comunità arabo-musulmana.
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I principali sostenitori di Dieudonné, infatti, sono rintracciabili proprio tra gli immigrati di origine maghrebina di ultima generazione. Non è un caso che il messaggio del comico attecchisca in questi settori della popolazione, alla luce delle sue posizioni marcatamente filo-palestinesi e anti-sioniste. Le stesse del sodale Alain Soral, espresse sul blog “Egalité & Réconciliation” (lanciato nel 2007) e che oggi rappresentano il motivo principale dello “smarcamento” del duo dal Front National.
Come riportato da Le Figaro, infatti, già lo scorso settembre Soral aveva preso le distanze da Marine Le Pen per via del saggio dell’esponente frontista Aymeric Chauprade, intitolato “La Francia di fronte alla questione islamica”. Un “Testo di sottomissione al Sionismo” secondo Soral, decisamente critico nei confronti di un Front National tacciato di “flirtare” con Israele (abbandonando quindi gli antichi pilastri del lepenismo) per giustificare una più generale crociata anti-musulmana del partito.
La mossa politica di Dieudonné e Soral è stata quindi svelata da Mediapart, i cui cronisti sono stati immediatamente presi di mira sul sito di E&R: “Lo statuto non è stato ancora depositato, solo una cerchia ristretta era a conoscenza del suo contenuto: Alain Soral, Dieudonné e i loro stretti collaboratori (…) Ricordiamo al [direttore] Edwy Plenel (…) che la Francia resta uno stato di diritto e che la diffusione di documenti privati è passibile di denuncia”. Il tutto, però, senza smentire la tanto discussa “discesa in campo” che, in questo periodo, farebbe da perfetto pendant alle uscite mediatico-letterarie del giornalista Eric Zemmour, autore del best-seller “Il Suicidio Francese”.
Pur smentendo qualsiasi legame con il Front National o altri soggetti politici, Zemmour ha riproposto il tema (caro a Marine Le Pen) della minaccia del comunitarismo di matrice musulmana nella Francia contemporanea, per il quale è stato coniato il termine “Halalisation”. Il vecchio leader FN Jean-Marie Le Pen, in una recente intervista, ha espresso solidarietà a Zemmour condividendo la sua rivisitazione del regime collaborazionista di Vichy (“Philippe Pétain salvò molti ebrei francesi grazie alla preferenza nazionale”), ma è stato subito stoppato dalle nuove leve del suo partito, in primis il responsabile della comunicazione Florian Philippot.
La destra radicale di Francia appare sempre meno come un blocco ideologico omogeneo: le voci di un clamoroso abbandono del marchio “d.o.p” Front National rischiano di approfondire la spaccatura tra la vecchia guardia antisemita e il nuovo corso della Dédiabolisation.
Niccolò Inches
Twitter: @niccolink
Immagine in evidenza: photo by Elliott Brown – CC BY 2.0