“Leopolda e Piazza San Giovanni sono due eventi che sottolineano una grande vitalità dentro il centrosinistra, anche se su fronti opposti. Casomai c’è gran problema nel campo avversario, alla ricerca per ora vana di un punto di riferimento nuovo”. Lo afferma al Tempo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti secondo cui “ci vogliono semmai tante Leopolde. Da iscritto al Pd, però, avverto una vita di partito troppo arida. Quanto ai sindacati, hanno in questa fase storica una grande occasione, riscoprire gli interessi generali del Paese e lasciare la più recente posizione difensiva dettatagli forse dalla crisi”.
“Il popolo del Lazio – spiega quindi Zingaretti sulla regione da lui guidata – si è rimesso in cammino. Nella storia di questa Regione per la prima volta abbiamo previsto un attivo di bilancio per il 2016. Stiamo lavorando a come confermare quest’obiettivo nonostante i nuovi tagli, per esempio anticipando la centrale unica degli acquisti e rafforzando il controllo sull’iter dei prodotti acquistati, mediante il magazzino unico regionale digitale. E poi faremo vendite immobiliari. L’Ente – sottolinea il governatore – era insolvente da dieci anni. Rimborsati i 22 miliardi di debiti trovati”. Zingaretti rivendica quindi di aver eliminato 500 poltrone e chiuso 12 società mentre sono in arrivo 26 treni per pendolari. Per Zingaretti il sondaggio sul crollo del consenso del sindaco di Roma, Ignazio Marino, “va confrontato con quelli fatti alla stessa distanza di tempo su alcuni personaggi di grande discontinuità, cito Blair o la Thatcher. Marino coraggio ne ha, i fatti diranno se ha trovato le soluzioni giuste”.