Deposizione Napolitano: si è svolta stamattina al Quirinale l’udienza del processo Stato-mafia nel corso della quale è stato interrogato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tra coloro che potranno rivolgere domande al Capo dello Stato Napolitano anche il legale del boss mafioso Totò Riina. Ad ascoltare le parole di Napolitano la corte d’assise di Palermo che per l’occasione era presente al Quirinale. La deposizione è avvenuta nella Sala del Bronzino alla presenza dei giudici (togati e popolari), i pm, la cancelliera e gli avvocati che però hanno potuto ascoltare la deposizione di Napolitano solo in videoconferenza.
LE PAROLE DI NAPOLITANO – All’udienza Stato-mafia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – secondo quanto reso noto da un legale – ha risposto a diverse domande delle parti. In alcuni casi si è avvalso della facoltà di non rispondere in base alle prerogative del Capo dello Stato. Napolitano ha sottolinetoa che con Loris D’Ambrosio c’era solo un rapporto di lavoro. Il presidente ha riferito di non essere stato mai “minimamente turbato” delle notizie su presunti attentati alla sua persona nel 1993. Questo “perchè faceva parte del suo ruolo istituzionale”. Inoltre “ha tenuto sostanzialmente a dire che lui era uno spettatore di questa vicenda”.
Nel corso della deposizione nell’ambito del processo Stato-mafia “Napolitano ha riferito che, al’epoca, non aveva mai saputo di accordi” tra apparati dello Stato e Cosa nostra per fermare le stragi. Il presidente, precisa poi una nota del Quitinale, “ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali nè obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa” Il Quirinale “auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l’acquisizione agli atti del processo, affinchè sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all’opinione pubblica” dell’udienza.