Finlandia e Svezia: la settimana scandinava

Pubblicato il 17 Aprile 2014 alle 10:33 Autore: Antonio Scafati

La Finlandia sta vivendo una fase molto difficile. Economicamente e politicamente. Le incertezze legate al destino del governo si mescolano infatti ai problemi che il paese sta incontrando nel rimettersi in moto.

Il primo ministro Jyrki Katainen ha dichiarato che nonostante la sua decisione di lasciare la guida del governo, la Finlandia reggerà: “Credo che il futuro del paese sia più solido rispetto al passato” ha detto. E a proposito della sua scelta: “Il Partito di Coalizione Nazionale ha bisogno di un nuovo leader, nuove persone e nuove idee che portino la Finlandia più avanti”. Ma l’impressione è che la realtà sia molto diversa.

La scorsa settimana il governo ha superato un voto di fiducia parlamentare ma le turbolenze politiche della Finlandia – il premier dimissionario, la maggioranza che perde pezzi, le opposizioni che chiedono elezioni anticipate – sono un macigno che pesa e che ha spinto l’agenzia di rating Standard & Poor’s a declassare l’outlook della Finlandia da stabile a negativo. Il paese si tiene la sua tripla A, ma le prospettive non sono buone.

finlandia

Se è vero infatti che la crisi del paese è meno grave rispetto a quella di altre nazioni europee, l’economia di Helsinki non riesce a ripartire e settori strategici come quello della carta e delle telecomunicazioni restano deboli.

Ma per Standard & Poor’s ora anche la politica diventa un problema. L’agenzia di rating mette sul tavolo le difficoltà che Helsinki sta incontrando lungo il percorso che dovrebbe condurre a decisioni politiche coraggiose, e il rischio che il sistema economico vada in corto circuito nel tentativo di ridurre il debito.

Standard & Poor’s ha sforbiciato pure le stime del tasso di crescita del Pil della Finlandia per il biennio 2014-2016: dall’1,4 per cento all’1. Sintomi di una malattia che ci metterà un po’ a passare.

Poco lontano, in Svezia, il governo di centrodestra sta aumentando i giri in vista delle elezioni di settembre. Per i sondaggi l’impresa è destinata a fallire (il centrosinistra ha un enorme vantaggio) ma la maggioranza ha tutta l’estate per rincorrere l’obiettivo del terzo mandato consecutivo.

Le elezioni non sono perse”, ha dichiarato il premier Fredrik Reinfeldt lo scorso fine settimana. Un concetto semplice, d’impatto, senza troppe spiegazioni a corredo, una messaggio spedito soprattutto a quegli indecisi che potrebbero tenere in bilico una partita a oggi già chiusa.

Reinfeldt ha spiegato le sue strategie e le sue idee con un articolo pubblicato sabato mattina sul quotidiano Svenska Dagbladet. Un programma politico a 360°: proteggere la stabilità del sistema-Svezia, scuola, incentivare le donne a lavorare di più, abbattere la disoccupazione.

Ma se c’è una battaglia che il governo ha perso, quella è proprio la battaglia contro la disoccupazione, che a febbraio era ancora inchiodata all’8,5 per cento: uno dei motivi principali per cui gli svedesi sembrano propensi a cambiare conducente.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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