Salerno, 16 Aprile 2014, si gioca la gara di ritorno della Coppa Italia di Lega Pro: la Salernitana ospita il Monza forte del risultato ottenuto all’andata, 0-1 in extremis con gol di Ricci. La solita grande cornice di pubblico dell’Arechi era pronta a spingere i granata al successo finale, un successo che è arrivato però con qualche patema di troppo perché gli ospiti, dopo un primo tempo bloccato, sono riusciti a passare in vantaggio con De Cenco al minuto 12 del secondo tempo. Lo spettro dei supplementari aleggiava paurosamente sullo stadio Arechi, ma a scacciarlo via ci ha pensato Volpe con un eurogol da fuori area allo scadere. Al triplice fischio parte la festa, e per un attimo ci si dimentica dell’ultima pesante sconfitta in campionato e dei gravi scontri tra le due tifoserie, evitati per fortuna dalle forze dell’ordine, all’esterno dello stadio.
Questa sera la Salernitana è diventata campione, questa sera la Salernitana ha vinto un trofeo che mancava dalla sua bacheca, vendicando la dura sconfitta in un’altra finale di Coppa del 1980 a Padova (i granata allora incassarono 4 gol). Questa sera la vittoria però non è solo dei giocatori, dei tifosi, di mister Gregucci e della dirigenza, questa sera la vittoria è anche di Agostino Di Bartolomei, indimenticabile capitano granata di fine anni ’80 scomparso prematuramente il 30 Maggio 1994 a 39 anni. Questa sera la Salernitana ha voluto omaggiare il suo vecchio capitano in occasione del suo compleanno (l’8 Aprile avrebbe compiuto 59 anni) scendendo in campo con una maglia celebrativa sulla quale è ricamato l’autografo di Di Bartolomei. Il figlio del vecchio capitano granata, Luca di Bartolomei, ha commentato entusiasta la scelta della Salernitana: “La decisione della Salernitana di indossare una maglia celebrativa con ricamato l’autografo di Ago ci riempie di gioia e rappresenta l’ulteriore conferma dell’amore che lega la mia famiglia ai tifosi ed ai colori granata. Alla società va la nostra gratitudine per il ricordo con cui mercoledì ed il prossimo 30 di maggio, a venti anni dalla sua scomparsa, ricorderanno Ago, ragazzo di Roma e del sud che a Salerno si sentiva come a casa”. Ed è sicuro che oggi i ragazzi granata hanno giocato con una forza in più, la forza di quell’amatissimo numero 10 che li ha spinti alla vittoria finale. La Coppa è anche di “Ago”.