L’abolizione dell’articolo 18 è solo un pretesto per Renzi per costruire il Partito della Nazione. A dirlo è Massimo Cacciari che intervistato da Repubblica sottolinea: il premier ha scelto questa tema “perchè è quello che gli dà più spazio nel costruire il Partito della Nazione. È un tema ideologico molto forte, che gli permette di penetrare nell’ambito dell’elettorato di centrodestra. E l’articolo 18 è una formidabile arma ideologica per costruire questo consenso trasversale”.
Quello del premier, sostiene l’ex sindaco di Venezia, “è un calcolo tutto politico, non c’entra nulla il ragionamento economico”. Per Cacciari, le due sinistre, quella della Leopolda e quella scesa in piazza con la Cgil, non possono convivere. “Queste due anime sono sempre meno avvicinabili, ma Renzi il problema di tenerle insieme non se lo pone neanche”. Secondo il filosofo Renzi “non solo non teme una scissione ma è sul punto di desiderarla“. “Il taglio delle radici potrebbe convenirgli, per realizzare il suo progetto”. Renzi, continua l’ex primo cittadino, “oggi si fa un partito suo e se lo fa grosso, rappresentativo, tendenzialmente egemone, chiamandolo Partito della Nazione. Approfittando dello sfascio della tradizione socialdemocratica e cattolico-democratica e anche dello sfascio del berlusconismo. È un’occasione unica, irripetibile. E lui la sta cogliendo”. E al giornalista che gli chiede se a lui piaccia il Partito della Nazione dice: “io lo detesto! È una boutade populistica per arraffare voti e conquistare un’egemonia attorno alla figura di un leader”.