Appena trascorso il week end di fuoco del PD che ha visto la contrapposizione di Renzi alla Leopolda e della minoranza del partito a manifestare in piazza, Massimo D’Alema rilascia oggi un’intervista al Sole 24 ore nella quale interrogato a proposito di lavoro, sindacati, Europa e crisi approfitta per esprimere il suo sferzante giudizio nei confronti di Matteo Renzi.
Interrogato a proposito del rapporto di Renzi con i sindacati, l’ex Presidente del Consiglio, non condivide l’atteggiamento di chiusura del premier. Incalzato dal giornalista che ricorda a D’Alema gli scontri avuti anche dal suo governo con i sindacati, spiega: “Ma io non ho mai usato quei toni, non ho mai detto “non vi prendo in considerazione”, “più mi criticate più guadagno consenso”. Questo modo di fare spacca il Paese, prima ancora che il Pd. Vengono usate parole sprezzanti verso i magistrati, verso i funzionari pubblici. Sull’articolo 18 si è condotta una polemica tutta ideologica. Il rischio è quello di avere un Paese incattivito. Mentre da questa crisi si esce solo se si torna a un minimo di concordia”.
Per quanto concerne l’articolo 18, D’Alema accusa Renzi di aver voluto impostare lo scontro su un piano ideologico e pur concordando con l’attuale governo sul fatto che sia molto difficile al giorno d’oggi parlare di “posto fisso” e risultando necessario un nuovo tipo di contrattazione, non esprime la sua piena soddisfazione né per il jobs act e nemmeno per i contratti a tutela crescente: “Gli incentivi nei primi tre anni, se sommati alla possibilità di licenziare, possono portare ad abusi e aumentare la precarietà”.
In merito all’Europa, D’Alema inaspettatamente tesse gli elogi per l’atteggiamento di Angela Merkel, che a suo avviso si distingue da quello più debole dimostrato dai socialisti europei: “Lei si è mossa come il vero capo dei conservatori europei. Non ha rivendicato poltrone per i tedeschi, non ha puntato a un risultato facile per ottenere il plauso di qualche giornale di casa, ma ha di fatto blindato intorno ai conservatori tutte le posizioni chiave della nuova Europa. Va ammirata la sua qualità di leader politico, anche se opera per finalità che non condivido.”
D’Alema afferma che in Europa non vi sia stata una vera svolta, ma di questo non incolpa Renzi, che invece critica aspramente per la legge elettorale e la riforma del senato. Interrogato quindi dal giornalista del sole 24 ore su una possibile scissione all’interno del Pd, D’Alema sostiene che una rottura interna sarebbe un errore lasciando implicitamente intendere tuttavia che l’atteggiamento di Renzi potrebbe alla lunga lacerare il partito: “No, sarebbe un errore. Bisogna battersi nel Pd per le idee e i valori in cui crediamo. Naturalmente dobbiamo prendere atto che questo partito è diverso da quelli che abbiamo conosciuto fino ad oggi e quindi dobbiamo fare come fa Renzi, il quale all’interno del Pd si è organizzato senza farsi tanti problemi, neppure in rapporto alla sua funzione di segretario. Se non si vuole una scissione silenziosa, fatta di tante persone che non rinnovano la tessera, si deve rendere più visibile e incisiva la presenza delle posizioni autenticamente riformiste.”