In Svezia e in Finlandia gli ultimi giorni sono stati un intreccio di economia e politica. A Stoccolma, la scorsa settimana la coalizione rosso-verde alla guida del paese ha presentato la propria proposta di bilancio: più scuole elementari, programmi per ridurre la disoccupazione in particolare quella giovanile, linee ferroviarie più efficienti, tasse più basse per i pensionati e tanto altro per una manovra che prevede venti miliardi di corone (circa due miliardi di euro) di spese.
Quello del bilancio statale è l’appuntamento politico più importante che il premier socialdemocratico Stefan ha di fronte a sé: il suo è un esecutivo di minoranza, per far passare il bilancio servirà dunque andare a trovare sostegno parlamentare o almeno contare sull’astensione di una parte delle opposizioni.
È per questo che nei colloqui è stato invitato anche il Partito della Sinistra che non fa parte del governo: loro la proposta di aumentare i soldi da destinare alle case di riposo per gli anziani.
Photo by Allie Caufield – CC BY 2.0
Sempredi economia si parla quando nel dibattito entra quel tasso di riferimento che martedì la Banca Centrale Svedese ha deciso di portare da 0,25 per cento a 0,0. Il minimo storico.
I motivi: “L’economia svedese è relativamente solida, ma l’inflazione è troppo bassa”. Si è trattato del terzo taglio consecutivo in meno di un anno: dall’1 per cento allo 0,75 a dicembre scorso, e poi allo 0,25 a luglio.
In Finlandia invece il governo ha segnato in rosso la data del 7 novembre e anche in questo caso l’economia gioca il suo ruolo: quel giorno si terrà in Parlamento l’ennesimo voto di fiducia di questa legislatura e riguarderà proprio lo stato di salute dell’economia del paese. A richiederlo sono stati il Partito di Centro e il Partito dei Finlandesi all’opposizione. I Verdi potrebbero votare con loro.
Il mese scorso i Verdi hanno abbandonato la maggioranza lasciando il governo con un solo seggio parlamentare in più rispetto alle opposizioni.
Sul voto del mese prossimo, il leader dei Verdi Ville Niinistö ha già fatto intendere cosa potrebbe accadere: “Molto probabilmente non potremo dare la nostra fiducia al governo”.
Immagine in evidenza: photo by Stefan Lins – CC BY 2.0