Secondo fonti autorevoli, come l’Ansa, danno la notizia secondo cui Giulio Tremonti sarebbe indagato per corruzione che sarebbe passata attraverso una tangente versata allo studio tributarista. Il tutto camuffato come consulenza. Il soggetto tirato in ballo è niente di meno che l’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. A versare la tangente sarebbe stata Finmeccanica, il gruppo industriale controllata dal Tesoro.
L’indiscrezione era stata anticipata da L’Espresso e dal Corriere della Sera: Tremonti avrebbe percepito una tangente da 2,4 milioni di euro, più Iva. Non lui, ovvio. Era Ministro e non avrebbe materialmente potuto: direzione che aveva preso questa tangente sarebbe stata quella dello Studio “Vitali Romagnoli Piccardi e Associati”, fondato da Tremonti, ma in quel periodo autoescluso in quanto titolare di Viale XX Settembre; poi, terminata l’esperienza al Mef, il ritorno allo studio.
L’anno in questione era il 2008, data della nascita del Governo Berlusconi IV, nel quale il forzista di Sondrio era il Ministro di peso. Il contrappeso dato a Finmeccanica fu il disco verde per l’acquisizione (al pesante costo di 5 miliardi, dato che oggi ne vale 2,5 circa) del gruppo statunitense Drs, anch’esso gruppo industriale di fornitura di tecnologie legate al comparto della difesa. Raggiunto dai cronisti l’ex ministro del governo Berlusconi ha dichiarato: “Non ho mai chiesto o sollecitato nulla ed in nessun modo da Finmeccanica. Anche per questo, come sempre, ho assoluta fiducia nella giustizia”.
Daniele Errera