“Sergio Marchionne è il nuovo guru di Matteo Renzi”, scrive Dagospia.
Il sito di Roberto D’Agostino ieri ha parlato del rapporto tra il premier e il numero uno della Fca, il gruppo industriale italo-americano che proprio nelle ultime ore ha deciso di scorporare Ferrari e di quotare il 10% del Cavallino in Borsa.
Dopo qualche dissapore ai tempi delle primarie, il capo del governo avrebbe “gradualmente cambiato idea” sul patron di Fca. E, a quanto pare, “la cosa è reciproca”, tant’è vero che oggi Marchionne “è il più grande ambasciatore del renzismo in giro per il mondo”.
All’inizio della sua avventura, il manager originario di Chieti uscì da Confindustria e “dichiarò guerra al sindacato”: modus operandi che il premier starebbe cercando di imitare. “Per andare avanti”, prosegue Dagospia, Renzi “ha bisogno di fabbricarsi un nemico. E questo nemico è la Cgil.
Non è un caso che dalla Leopolda non siano uscite proposte per il futuro o ambiziosi programmi, ma solo una serie di punzecchiature e provocazioni a chi aveva portato in piazza un milione di lavoratori come “prova generale” dello sciopero prossimo venturo”.
L’obiettivo di Renzi sarebbe dunque quello di “ingaggiare un braccio di ferro con i sindacati e di diventare la Margaret Thatcher ai tempi di Twitter”. Con i sindacati in piazza per lo sciopero generale e il Jobs Act in cassaforte entro la fine dell’anno, Renzi potrebbe mostrare i muscoli a tutta l’Europa, agitando “lo scalpo della Camusso”, e rilanciare la sua figura di riformatore.
Sulla questione elezioni anticipate, Dagospia è categorico: il premier ha tutto da perdere. La straordinaria performance registrata dal Pd alle ultime europee, con l’ormai celeberrimo 41%, potrebbe non ripetersi.
La strada per il premier sarebbe tutto sommato in discesa se non fosse per la partnership con Forza Italia. Il patto del Nazareno regge, ma è il partito di Berlusconi a non sentirsi tanto bene. Ormai, il leader forzista “si sta accorgendo che non controlla più della metà del suo stesso movimento” e sul banco degli imputati sono finiti Brunetta e Verdini.
Quest’ultimo però “ha risposto a muso duro che la colpa è delle uscite estemporanee” di Francesca Pascale a proposito delle unioni gay: una vera zavorra per i sondaggi forzisti. Sarebbe questo il motivo per cui, dopo la cena con Vladimir Luxuria, la fidanzata dell’ex premier è praticamente scomparsa dai radar.