Sondaggio Ipr per Porta a Porta: se il PD si spacca nasce un Partito della Sinistra quasi a due cifre
Sondaggio Ipr per Porta a Porta: se il PD si spacca nasce un Partito della Sinistra quasi a due cifre
Presentiamo di seguito l’analisi del sondaggio realizzato dall’istituto Ipr per la trasmissione televisiva Porta a Porta. Il campione è pari a mille italiani intervistati in tempo reale via web il 28 ottobre 2014.
Partiamo dalle schede più scottanti, quelle delle intenzioni di voto. Abbiamo due scenari: il primo con l’offerta politica attuale e il secondo con un’eventuale scissione del Partito Democratico.
Ad oggi il PD può contare sul 39,5% dei consensi, seguito dal M5S al 18% e da Forza Italia al 14,%. Con l’attuale legge elettorale proporzionale “consultellum” per la Camera dei Deputati verrebbero attributi 294 seggi alla prima forza politica, 134 alla seconda e 108 alla terza. Entrerebbe poi anche la Lega Nord che, con il suo 9%, invierebbe a Roma 65 deputati, e NCD-UDC che, a ridosso della soglia di sbarramento del 4%, potrebbe riuscire a ottenerne 29. Ricordiamo che la maggioranza alla Camera è pari a 316 parlamentari, cifra raggiunta in modo autosufficiente da una coalizione del PD con NCD e UCD.
Gli indecisi in questo scenario sono pari al 25% degli aventi diritto; idem gli astenuti.
Nel caso, invece, di un’ipotetica scissione dell’ala “sinistra” del PD, i rapporti di forza cambierebbero. Il Partito Democratico ridenominato “Partito della Nazione” (nel quale entrerebbero a far parte anche le forze centriste) dovrebbe accontentarsi del 36% dei consensi e di 255 deputati, mentre il nascente “Partito della Sinistra” esordirebbe con un risultato significativo, quasi a due cifre: 9,5% di voti validi, equivalenti a 72 parlamentari. Il M5S ne avrebbe beneficio, acquisendo due punti percentuali e una decina di parlamentari rispetto all’altro scenario, mentre una variazione quasi analoga ma di segno opposto danneggerebbe Forza Italia. Per la Lega Nord non vi sarebbero differenze significative. Inoltre calerebbero indecisi e astenuti, rispettivamente al 21% e al 22%. Quindi in questa seconda ipotesi il Partito della Nazione dovrebbe trovare un accordo post-elettorale, presumibilmente con Forza Italia o con il Partito della Sinistra.
Quanto è auspicata una scissione del PD dagli stessi suoi elettori? Il 74% di essi vorrebbe scongiurarla, mentre poco meno di un quarto dei democratici preme per l’uscita dal partito guidato da Matteo Renzi.
Veniamo ora ad altri due quesiti politici, che riguardano l’introduzione di alcuni provvedimenti legislativi per le coppie omosessuali.
La maggioranza degli italiani, il 63%, è favorevole al riconoscimento delle unioni civili, ma solo il 38% vorrebbe i matrimoni gay. Ancora meno consensi per l’ipotesi di adozioni, caldeggiate dal 34% se uno dei due genitori fosse quello naturale e dal 25% a prescindere da questo requisito.
Come giudicano gli elettori di Forza Italia la svolta di Berlusconi sulle coppie gay, a seguito dell’incontro con Vladimir Luxuria e Francesca Pascale? Quasi un azzurro su due condivide le nuove posizioni dell’ex cavaliere, mentre un terzo non è d’accordo. C’è poi un 20% di elettori che rimane senza opinione. Tuttavia nell’intera area di centrodestra, complessivamente, prevalgono le posizioni di contrarietà nei confronti di questa svolta “gay-friendly”.